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PERUGIA - Si svolgerà entro il mese di febbraio la “Conferenza regionale delle Idee” del Partito Socialista dell’Umbria, attraverso la quale verrà discussa ed adottata la piattaforma di programma elaborata in questi mesi dal gruppo di lavoro insediatosi all’indomani del Congresso fondativo del PS, celebrato nell’estate del 2008. Nei prossimi giorni, i massimi organismi politici del Partito apriranno il dibattito sulle “10 idee per l’Umbria” proposte dal gruppo di lavoro, per portarle alla partecipazione, la più ampia ed aperta possibile ed alla sua definitiva adozione. Questa è una delle decisioni emerse dall’esecutivo regionale del Partito Socialista umbro, riunitosi nei giorni scorsi, a poca distanza dall’incontro svoltosi a Perugia del Tavolo regionale del centrosinistra, promosso dal Partito Democratico e che i socialisti avevano più volte e pubblicamente richiesto già dallo scorso novembre. Un tavolo regionale che giunge quindi, secondo l’esecutivo socialista, in forte ritardo e che ora si trova ad affrontare una situazione complessiva estremamente confusa ed articolata, sia sul piano delle alleanze nei singoli territori che nella definizione dei metodi per la scelta delle candidature. Ciò che lascia maggiormente perplessi è la totale disomogeneità della coalizione, il suo muoversi a macchia di leopardo, senza una sintesi condivisa sul piano politico e metodologico. Manca un’analisi seria ed approfondita della situazione del centrosinistra umbro, manca una strategia politica comune ed uniforme, manca, ad oggi, un progetto di società da proporre ai cittadini umbri, che possa fortemente caratterizzare l’azione futura dell’alleanza. Ben venga, pertanto, il gruppo per l’elaborazione del programma proposto dal PD, espressione di tutte le forze della coalizione, condizione utile e necessaria, ma decisamente non sufficiente per risolvere tutte le questioni sul tappeto. C’è innanzitutto, secondo l’esecutivo socialista, da definire la vicenda dello Statuto e della Legge elettorale regionale, un punto imprescindibile per i socialisti per la formazione di qualunque alleanza. La proposta avanzata dallo stesso PD su questo tema e recentemente reiterata, a nostro avviso, resta completamente irricevibile, come abbiamo già avuto modo di affermare in altre occasioni, poichè se da un lato risponde a giuste logiche di razionalizzazione dei costi, dall’altro riduce in modo inacettabile gli spazi di democrazia e rappresentanza popolare. Il punto è se ci si vuole orientare verso un sistema di natura pluralista, oppure se si perseguono intenti autarchici che sembravano far parte di un triste e, purtroppo, recente passato. Ciò non può che riverberarsi anche sulla formazione della coalizione, poichè delle due, l’una: o l’autosufficienza o il pluralismo. Non a caso questo resta il nodo da sciogliere anche in ordine ai metodi per la selezione delle candidature, per cui il riferimento alla Primarie non può essere il luogo in cui si chiede ad un’intera coalizione di risolvere i problemi di un singolo partito, qualunque esso sia. Le Primarie o sono vere o non sono, soprattutto verso quei soggetti che, legittimamente, non le prevedono nel proprio Statuto. Non si possono, inolte, stabilire criteri condivisi che non siano validi per tutti, allorchè non si comprenderebbe dove sia la condivisione. In questo senso, è apprezzabile lo sforzo del segretario provinciale di Perugia del PD per la riconferma dei sindaci al primo mandato anche in alcune realtà critiche, come Torgiano o Magione, ma dovrebbe spiegare come mai la stessa energia non viene impiegata per altri comuni, vedi Gualdo Tadino, in cui si limita ad inseguire le posizioni del suo partito, che già dall’estate scorsa si era assunto la responsabilità della rottura con la coalizione con cui governa la città. Ci rendiamo conto, vieppiù, che spiegare la fine di quella alleanza per proporne un’altra completamente diversa, che vede il PD sostenere le candidature dell’UDC, da sempre strenuamente all’opposizione del PD stesso, è piuttosto complicato se non, dal nostro punto di vista, persino incredibile. Prima di fare qualunque Primaria di coalizione, quindi, bisognerebbe stabilire non solo come e quando, ma soprattutto con quale coalizione, sulla base di quale accordo politico e programmatico e, non di meno, perchè. L’esecutivo socialista, infine, ha dato mandato alla segreteria regionale di aprire un confronto serrato su ognuno di questi argomenti con tutte quelle forze politiche e sociali che ritengono sia ancora indispensabile una coalizione vasta ed omogenea in un centrosinistra compatto e pluralista, per poter baterre PDL, La Destra e Lega Nord alle prossime elezioni amministrative, sia quelle del 2009 che quelle del 2010. Condividi