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Se a livello nazionale si registra un trend in calo per quanto riguarda i furti d’arte, non altrettanto si può dire per l’Umbria che accentua il prosperare di questo fenomeno nell’area del centro-nord. L’accentua perché, secondo i dati che sono stati forniti dai carabinieri, fra il 2007 e il 2008 nella nostra regione c’è stato un incremento di questo genere di furti del 33,3%, il valore più alto a livello nazionale, che ha fatto registrare un vero e proprio boom di episodi criminosi che sono passati da 30 a 40 nel volgere di 12 mesi. Fatto, questo, che ci ha fatto scalare una posizione nella graduatoria di tutte le regioni italiane dove l’Umbria è salita dall’11° posto che occupava nel 2007 al 10° del 2008. E non ci si lasci fuorviare dal fatto che apparentemente la decima posizione potrebbe sembrare non allarmante, poiché la graduatoria non tiene conto della quantità di beni culturali posseduta da ogni singola regione, anche in relazione all’ampiezza del suo territorio, ma è stata compilata esclusivamente sulla base degli episodi criminosi che in ciascuna di esse sono stati registrati. Per renderci meglio conto della portata di questo fenomeno in Umbria, basti considerare che le Marche, regione assai più grande dell’Umbria dal punto di vista geografico, ci seguono ora al 12° posto. Ciò anche perché in quel territorio i furti d’arte sono invece diminuiti. Quanto alle ragioni di questa predilezione accordataci da ladri e ricettatori, va innanzitutto presa in considerazione la particolare diffusione delle opere d'arte sull'intero territorio regionale, custodite, assai spesso, in edifici privi di ogni minimo dispositivo di sicurezza. La soluzione apparentemente migliore sarebbe quella di accentrarle in pochi e ben protetti siti museali, ma così facendo sci si scontrerebbe inevitabilmente con la giusta resistenza delle popolazioni locali assolutamante non disposte a cedere ad altri beni che appartendono alla loro tradizione e cultura. L'unica strada da battere per conservare questo patrimonio comune è perciò quella di investire di più nelle tecnologie e negli strumenti che sono oggi disponibili e che possono aiutarci a vigilare a distanza su di esso. Condividi