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Marzo 1924, Antonio Gramsci, da Vienna, scrive alla donna che ama, Giulia Schucht: “Quante volte mi sono domandato, se legarsi ad una massa era possibile quando non si era mai voluto bene a nessuno...”. E nel luglio del 1924, scriveva ancora a Giulia: “La vita è unitaria e l’amore rafforza tutta la vita. E il nostro amore deve essere qualcosa di più. Un’unione di energie per la lotta, oltre che una nostra questione di felicità; e forse la felicità sta proprio in ciò”. Una trama degli affetti, la storia d’amore tra Antonio e Giulia, e tra Gramsci e gli Schucht, nel vortice della storia, della repressione fascista, tra Lenin, Stalin e Togliatti; la politica come amore, l’amore represso dalla politica. Questo e molto altro nel libro pubblicato da l’Unità a novembre, di Antonio Gramsci jr, dal titolo “La Russia di mio nonno. L’album familiare degli Schucht”. Tre sorelle Schucht: Eugenia, Tatiana e Giulia, nate ed allevate, insieme ad altre due sorelle e un fratello, in una famiglia altoborghese di origine tedesca in esilio in Svizzera e in Italia. Infatti il padre, Apollon Schucht, era un socialista rivoluzionario, già confinato con moglie e figli dal regime zarista in Siberia. Scrive Antonio Gramsci jr: “E’ la storia di quella parte di intelligencija russa di estrazione nobiliare che in nome della Rivoluzione ha rifiutato il proprio ceto di appartenenza e ha tentato di inserirsi nel nuovo sistema di valori”, aggiungendo che la famiglia Schucht “è sopravvissuta felicemente alle varie terribili fasi dell’epoca sovietica, e questo costituisce un esempio unico”. Giuliano, il secondogenito (dopo Delio) di Antonio Gramsci, già in uno scritto del 1991 suggeriva che forse la famiglia della madre s’era salvata dalle repressioni staliniane per merito di Togliatti. Invece Antonio jr fa altre ipotesi. La prima è che le abbia giovato la posizione defilata del suo bisnonno Apollon nella Russia postrivoluzionaria e nelle lotte di fazione che sconvolsero il partito bolscevico dopo la morte di Lenin. La seconda è che sarebbe rimasta al riparo del “grande terrore” grazie alla parentela con Gramsci, prigioniero del fascismo. Nella vita del fondatore del Pci entrò non solo l’amata Giulia ma tutta la famiglia Schucht, che l’accompagnò fino alla morte e anche oltre. Il libro ricostruisce con rigore la geografia degli affetti della famiglia Schucht, a cui apparteneva Giulia, moglie del fondatore del Pci. Questo lavoro di Antonio jr ci permette di intravvedere il Gramsci russo, quello che ci è stato precluso da chi è stato il depositario assoluto dei suoi archivi: Palmiro Togliatti. Antonio Gramsci jr è nato a Mosca nel 1965 dal padre Giuliano, secondogenito di Antonio Gramsci e Zinadia Brykova- Laureato in Biologia, insegna musica. Ha iniziato a collaborare con l’Unità, nell’ambito della collaborazione con la Fondazione Istituto Gramsci, effettuando ricerche sulla storia del Pci. Antonio Gramsci jr è un comunista, e membro del Partito comunista russo. Condividi