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PERUGIA - In Umbria sono in netto calo gli infortuni sul lavoro, cosi' come le morti bianche (-29,6%), anche se l'indice di frequenza degli incidenti avvenuti nella regione e' il piu' alto d'Italia. Sono questi, in sintesi, i dati del rapporto annuale Inail Umbria 2007, che e' stato presentato stamani a Perugia con un incontro pubblico. Un trend, quello della diminuzione di morti ed infortuni - e' stato sottolineato - che trova conferma anche dai dati ancora non ufficiali relativi al 2008. Nel 2007 l'Inail ha registrato 18.222 denunce di infortuni in Umbria: oltre 600 casi in meno rispetto all'anno precedente, pari ad una flessione del 3,25% che risulta ancora piu' significativa alla luce del fatto che il numero degli occupati e' cresciuto nello stesso periodo dell'1,7%. Questo calo e' risultato piu' consistente in agricoltura (-8,35%), ma è stato sostenuto anche nell'industria e nei servizi (-3%). Relativamente ai morti sul lavoro, in Umbria sono stati 19 nel 2007, contro i 27 del 2006 (come detto con un -29,6%). Di questi, 10 casi si sono registrati nella provincia di Perugia e 9 in quella di Terni. Per quanto riguarda gli infortuni mortali, i settori piu' a rischio sono risultati le costruzioni (8 i casi nel 2007), l'industria dei metalli e i trasporti. Altro dato positivo, sia pure in misura più contenuta, quello degli incidenti accaduti nel tragitto casa-lavoro che sono passati dai 1.413 del 2006 ai 1.405 del 2007, con una contrazione dello 0,5%. L'Umbria resta comunque una regione per la quale si e' rilevato un indice di frequenza (un indicatore che esprime il rapporto fra gli infortuni e la forza lavoro impiegata) maggiore di quasi il 47% rispetto alla media nazionale. Tra le cause, secondo l'Inail, il fatto che vi operano imprese per lo piu' di piccole dimensioni e a carattere artigianale, oltre alla maggiore incidenza, rispetto al complesso nazionale, dei settori delle costruzioni edili e delle lavorazioni di materiali per l'edilizia e per la produzione ceramica. Inoltre vanno considerate una orografia particolare e l'uso di numerose macchine agricole, non sempre al passo con le piu' recenti e sicure tecnologie, quali fattori che determinano nella regione un tasso elevato di infortuni agricoli. Per quanto riguarda i lavoratori immigrati i dati sono apparentemente contraddittori, perché, mentre da un lato assistiamo ad un aumento degli infortuni complessivi (+6%), dall'altro calano i casi mortali che sono passati da quattro a tre. Un fenomeno, questo, particolarmente interessante e che potrebbe trovare spiagazione (ce lo auguriamo) nel fatto che è stata portata alla luce almeno parte del lavoro in nero che grava fortemente su questi lavoratori. Se così fosse assisteremmo ad una diminuzione dei cosiddetti casi di infortuni "clandestini" che in quanto tali non vengono solitamente denunciati e non rientrano perciò nelle statistiche ufficiali. Lasciano comunque sperare in un futuro ancora migliore le prime stime relative all'andamento infortunistico per l'anno in corso che indicano un calo complessivo degli incidenti sul lavoro che, al 30 settembre 2008, e' valutabile nell'ordine del 5,2%, rispetto allo stesso periodo del 2007. Più netto ancora il calo delle morti bianche che dai 17 casi del 2007 sarebbe sceso a 11, con una riduzione in questo caso del 35%. ''A fianco di un fenomeno che sta diminuendo - ha commentato il direttore regionale Inail, Anna Innocenti - assistiamo, nel contempo, ad un interesse straordinario nei confronti di questo problema da parte dei cittadini in generale (e, in particolare, di lavoratori, parti sociali, aziende). Questa attenzione e' un segno di grande sensibilita' sociale - ha osservato la Innocenti - che ci spinge ad essere, in qualche modo, ottimisti per il futuro''. Condividi