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“Nelle settimane che hanno preceduto lo sciopero generale del 12 dicembre indetto dalla sola Cgil il comportamento di Fim-Cisl e Uilm-Uil in provincia di Perugia è stato altamente scorretto”. Lo sostiene la Fiom Cgil di Perugia che per bocca del segretario provinciale Francesco Giannini denuncia una serie di “episodi gravi” avvenuti in importanti aziende del territorio, dove sindacalisti e delegati delle altre sigle sindacali hanno fatto pressioni, spesso con metodi “ben poco ortodossi”, affinché i lavoratori non aderissero allo mobilitazione della Cgil. “Caso emblematico è quello della Umbra Cuscinetti – racconta Giannini – dove, con il pretesto di un disguido tecnico nella richiesta di assemblea avanzata dalla Fiom Cgil, le altre sigle sindacali, e in modo particolare la Uilm, hanno fatto pressioni sull'azienda affinché l'assemblea non fosse concessa, come poi è avvenuto”. In altri casi si è arrivati anche a “minacce pesanti, ad esempio di esclusione dalla cassa integrazione”, rivolte ai lavoratori intenzionati ad aderire allo sciopero. “Ci chiediamo – commenta Giannini – se possono essere questi i metodi 'democratici' con i quali si vuole contrastare una mobilitazione che, legittimamente, non si appoggia. Noi crediamo che il diritto allo sciopero vada garantito sempre e comunque, anche quando non se ne condividono le ragioni”. Condividi