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Nella mattinata del congresso di Rifondazione c'è stato spazio anche per un toccante intervento, quello di Roberta Radici. La signora Radici è la vedova di Aldo Bianzino, il 44enne falegname morto in circostanze misteriose nel carcere di Capanne nell'ottobre di un anno fa. "Anche io - dice Roberta Radici - voglio ringraziare il vostro partito. Un partito che era anche il mio e che dà voce a chi, come Aldo, non ce l'ha più". La lista degli interrogativi della vedova Bianzino è lunga: "Perché il pm, nonostante l'apertura di un fascicolo, non sigillò la cella di Aldo, non prese le impronte che c'erano nella cella. Perché sono stati scelti medici che hanno appoggiato in toto la tesi del malore?". "Non sento più - conclude la Radici - l'indignazione, gli italiani non sono più capaci di indignarsi. Nonostante questo, le forze fresche, le forze giovani della società ci hanno appoggiato. Una famiglia è stata lacerata per un piccolissimo reato. E lo Stato che dovrebbe essere trasparente oppone invece un muro di gomma. Grazie, vi ringrazio ancora, perché siete il simbolo di un'Italia che non si è addormentata". Condividi