CGIL.jpg
Con l'intervento del segretario della Camera del Lavoro di Perugia, Mario Bravi, è iniziata la serie degli interventi degli ospiti invitati al terzo congresso ragionale umbro del Prc. Bravi, che si è detto fortemente interessato a questa discussione, ha posto per prima cosa l'accento sull'allentato rapporto della sinistra con quento sta accadendo nel sociale, fatto al quale ha atribuito principalmente la responsabilità del ricostruito quadro politico dominato dal centro destra che tanti danni sta producendo al Paese. Fortunatamente questa situazione sta mutando poiché si sta riaffermando un movimento sociale forte che ha messo e sta mettendo in piedi una pluralità di iniziative (la grande manifestazione della Funzione pubblica contro l'accordo separato firmato da Cisl e Uil, le lotte degli studenti, lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il 12 dicembre prossimo) allo scopo di dare sbocco e prospettiva alle rivendicazioni. Bravi ha poi sottolineato con forza come lo sciopero non sia rivolto solo nei confronti del governo, ma coinvolga anche Confindustria, che è stata sin qui silente sull'assurda richiesta di risarcimento avanzata dalla proprietà di Umbria Olii ai familiari delle vittime cadute nel rogo di Campello, e per la sua pretesa di contrarre ancora i salari negando la contrattazione di secondo livello, quando, invece, la redistribuzione della ricchezza è fondamentale ai fini del superamento di una crisi economica che è reale e che sta producendo gonseguenze pesanti anche per l'Umbria. A tale riguardo il segretario della Camera del Lavoro di Perugia ha citato solo alcuni casi fra i tanti, come i 970 lavoratori messi in cassa integrazione nell'Alto Tevere o quello di un'importante azienda di Bastia dove fino a qualche tempo fa si parlava di sviluppo e dove, invece, 500 dipendenti rischiano di non vedersi rinnovare il contratto entro l'anno. Bravi ha poi messo in rilievo il contributo importante dato dai lavoratori migranti alla nostra economia, in particolare nel settore della ricostruzione post-terremoto, notando che, come ricompensa per quanto hanno fatto, in molte realtà regionali è loro la metà delle domande di disoccupazione, con il rischio che la perdita del lavoro li possa ricacciare in una situazione di clandestinità o li costringa a ritornare nei loro Paesi di origine. Condividi