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di Daniele Bovi Stefano Falcinelli, anima del circolo perugino di Rifondazione "Tenerini" e tra i firmatari del documento anti-scissione è molto chiaro: "Quel documneto - dice Falcinelli - ho contrinuito a scriverlo anche io, e quindi è ovvio che ne sottoscrivo totalmente i contenuti. Questo documento è un contributo importante in una fase difficile per la nostra area. Un contributo costruttivo, con cui vogliamo dire che vista la fase complessa che la società sta attraversando, con movimenti che interessano la scuola, l'università, e con una crisi economica gravissima, noi crediamo che sia necessario mobilitarsi tutti insieme per iniziative efficaci e visibili. In questi mesi - prosegue Falcinelli - all'interno del partito c'è stata una contrapposizione forte, e la nostra area è andata avanti in maniera scoordinata: ora dobbiamo tornare a parlare a tutti". Anche sulla ventilata ipotesi della scissione Falcinelli parla chiaro: "Siamo - dice - fortemente contrari alla scissione. E' un'ipotesi da contrastare perché depotenzia l'unica forza organizzata a sinistra del Pd. Non si può depotenziare l'unico partito di riferimento, anche perché andrebbe ad inficiare qualsiasi ipotesi di una sinistra unita nel paese. Cercheremo - prosegue - di parlare a tutta l'area di Rifondazione per la Sinistra. Dobbiamo rispondere positivamente alle esigenze della società ed entrare nei conflitti con la nostra autonomia. L'Aventino è una follia che non va replicata". Falcinelli poi va oltre e parla di rinnovamento delle politiche e dei gruppi dirigenti del partito: "Tutta la sinistra - dice - si deve impegnare in un forte rinnovamento nelle pratiche del fare politica e nella costruzione del gruppo dirigente, tornando a parlare al sociale e al mondo del lavoro. Per quanto riguarda i gruppi dirigenti poi, coloro che guidano il partito così come la minoranza, sono gli stessi che ci hanno portato alla sconfitta di aprile. Il fatto che questo gruppo dirigente non abbia fatto passi indietro è una cosa grave". Condividi