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PERUGIA - “Il tabagismo non si combatte sulla pelle dei lavoratori”. Lo ha ribadito stamattina la presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, intervenendo all'iniziativa “Le mani del tabacco”, una giornata di confronto tra lavoratrici, sindacaliste e rappresentanti delle istituzioni, tutte rigorosamente donne, visto che le mani del tabacco sono soprattutto mani femminili. Il dibattito, organizzato dalla Flai Cgil dell'Umbria a Città di Castello, capitale tabacchicola della regione, ha visto infatti la partecipazione, oltre che della già citata presidente Lorenzetti, del sindaco di Città di Castello, Fernanda Cecchini, della europarlamentare, Catiuscia Marini e della segretaria regionale Flai Cgil, Sara Palazzoli. Ma soprattutto, sono state le lavoratrici le vere protagoniste dell'iniziativa, quelle italiane e quelle straniere, intervenute nel dibattito per portare una testimonianza diretta delle preoccupazioni legate all'incertezza che aleggia sul settore. “Se ci tolgono questo lavoro come faremo ad andare avanti e a crescere i nostri bambini?” ha chiesto con rabbia Rosemary Ogele, lavoratrice del tabacco arrivata in Italia dalla Nigeria e ora madre di tre figli nati e cresciuti a Città di Castello. E come lei pure Shabani Valbona, arrivata dal Cossovo e oggi perfettamente integrata, anche grazie al lavoro nei campi del tabacco, Patrizia Della Valle e Monia Bardi, le altre lavoratrici intervenute nel dibattito, hanno ribadito lo stesso interrogativo: se si dismette il tabacco, cosa ci sarà dopo? Una domanda che si pongono tutte le lavoratrici e i lavoratori di questo settore (circa 30mila in Italia), un settore che storicamente – come ha ricordato la segretaria Flai Sara Palazzoli - ha visto una prevalenza del lavoro femminile e che ha contributo nel corso degli anni all'emancipazione di tante donne e alla stabilità economica di altrettante famiglie. Ora però il destino del tabacco si gioca a Bruxelles, dove il prossimo 19 novembre si deciderà se prorogare l'attuale regime di disaccoppiamento parziale (quello che garantisce la continuità produttiva) fino al 2013 o se interromperlo, condannando il settore – come sostiene l'intera filiera del tabacco - alla dismissione e i 30mila lavoratori che vi operano alla perdita della propria posizione e del proprio reddito. E proprio per questo il 19 novembre a Bruxelles ci saranno anche le lavoratrici e i lavoratori, molti dei quali partiranno dall'Umbria insieme alla Flai Cgil per chiedere alla Commissione europea di rivedere le sue posizioni e di tenere conto dell'impatto sociale ed occupazionale che deriva dalle sue decisioni. Condividi