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Andrea Liberati Segretario Legambiente Umbria La scorsa settimana sono apparsi in cronaca locale sul Corriere dell'Umbria e sul Giornale dell'Umbria 4 articoli sulle vicende del pollaio di Amelia; in particolare sull'episodio del ritrovamento di nafta nel terreno destinato alla costruzione del (mega) pollaio prontamente oggetto, da parte dell'amministrazione amerina, di una denuncia contro ignoti. Nei primi due articoli, afferma Andrea Liberati, segretario di Legambiente Umbria, i giornalisti, uno in particolare, facendosi scudo dietro frasette del tipo: "se fosse così...", "alcuni iniziano ad azzardare le prime ipotesi...", "l'eventualità puramente fantasiosa finora"..., "alcuni addirittura azzardano una puramente ipotetica ed istintiva associazione..." in realtà, alludono apertamente ad un coinvolgimento di quanti si oppongono, esercitando un proprio diritto, alla costruzione del pollaio e tra questi Legambiente. Queste "frasette-scudo" però, continua Liberati, non proteggerebbero affatto il giornalista, che immaginiamo giovane ed inesperto, dalla possibilità di essere querelato per calunnia, diffamazione e quant'altro i nostri Centri di Azione Giuridica ravvisassero di pregiudizievole dell'onorabilità della nostra associazione. In questa occasione Legambiente non trascinerà in tribunale nessuno ma unicamente per il grande rispetto che abbiamo per la libertà di stampa, anche quando "mal esercitata"; alle due testate giornalistiche chiediamo, però, la pubblicazione, la più ampia possibile, di questa nostra lettera di ferma protesta. Più gravi, nella sostanza, gli ultimi due articoli, dove, stando alla lettura dei giornali, il Sindaco ed altri autorevoli esponenti della sua coalizione, pur con giri di parole più accorti, ma egualmente "velenosi", paiono sposare la tesi della responsabilità materiale/morale di quanti si oppongono alla costruzione del pollaio (e tra questi Legambiente) nel presunto atto vandalico e di altri, analogamente presunti tali, avvenuti sempre in concomitanza di un conflitto di opinioni e giudizi tra cittadini ed amministrazione. Il rispetto che si deve ad un'associazione che da più di vent'anni, grazie ai propri volontari ed alla loro passione civile, è sempre in prima linea nella difesa dell'ambiente, dei diritti e della legalità e che lotta contro tutte le mafie e le ecomafie, ci porta, legittimamente, a pretendere le scuse ufficiali dell'amministrazione di Amelia ed a pretendere una risposta non equivoca a queste semplici domande: «Ma il Sindaco, gli altri amministratori di Amelia e le forze politiche che li sostengono credono per davvero che dietro a questi atti vandalici possa esserci la mano o anche semplicemente l'istigazione di una organizzazione come Legambiente o degli altri cittadini che civilmente si oppongono alla costruzione di questo "tanto agognato" (dall'amministrazione) pollaio?» «Da cosa origina l'evidente dismisura, stando sempre alle cronache locali, tra il "perorare a spada tratta" questo progetto "privato" e la, assai più "timida" azione che dovrebbe rassicurare i cittadini a proposito di un diritto "comune" che riguarda così da vicino la loro salute e quella dell'ambiente in cui vivono?" Ed infine: «E' così che l'amministrazione di Amelia intende rispettare il diritto dei cittadini ad essere informati ed a concorrere, nelle forme previste perfino dalla nostra Costituzione, alle decisioni? E' questa la loro idea di partecipazione democratica e di valorizzazione della cittadinanza attiva?» Legambiente tutta, sia nelle sue articolazioni locali che regionali continuerà ad opporsi fermamente alla costruzione dell'allevamento avicolo, avendo sempre come riferimento le ragioni dell'ambientalismo scientifico e la ragionevolezza di una passione civile non violenta e non ideologica. Condividi