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PERUGIA - Con una mozione da sottoporre ai voti del Consiglio regionale Ada Girolamini (Uniti nell'Ulivo-Sdi) propone di impegnare la Giunta nella battaglia per la proroga al 2013 degli aiuti comunitari, come chiedono diversi paesi europei, e di approntare risorse per consentire la conversione graduale delle aziende anche dal Piano di sviluppo rurale e dai fondi per l'innovazione. A sostegno della sua iniziativa, la Girolamini - e' detto in una nota della Regione - evidenzia il forte aumento dei costi di produzione sostenuto dalle aziende nel 2008 per effetto dei maggiori costi di concimi chimici e carburante. Secondo la Girolamini, ''prorogare gli aiuti comunitari ai produttori di tabacco fino al 2013 e' la premessa indispensabile per evitare le ripercussioni negative sulle imprese agricole che operano nel settore, sia intermini occupazionali che di capacita' di riconversione produttiva, e per accompagnarne la riconversione verso nuove produzioni agricole''. Nella mozione si specifica che per il comparto umbro, che rappresenta ''la piu' importante fonte occupazionale della regione, coprendo il 24 per cento della produzione nazionale ed impegnando 8.000 lavoratori'', si deve preparare un periodo di ''riconversione graduale dal tabacco ad altre colture, sfruttando anche risorse aggiuntive provenienti dal Piano di sviluppo rurale e dai Fondi per la innovazione''. La mozione, da sottoporre ai voti del Consiglio regionale, impegna la Giunta su due punti: ''dare tutto il supporto alla delegazione italiana, al fine di ottenere la proroga al 2013 dell'attuale regime di aiuto accoppiato al tabacco, in vista del prossimo negoziato in Consiglio agricoltura sulla riforma della Politica agricola comunitaria; mettere in atto a livello regionale tutti gli strumenti normativi e finanziari per garantire il mantenimento della cultura del tabacco nella nostra Regione e di tutti i posti di lavoro che tale coltura garantisce nelle diverse fasi della filiera''. Nella mozione si ricorda che il 2008 e' stato un anno particolarmente difficile per il tabacco, a causa dei forti aumenti a carico dei produttori. Nello specifico i costi di coltivazione di un ettaro sono aumentati del 13 percento, con punte dell'81 per cento per i concimi e del 38 per il gasolio: elementi questi, spiega Ada Girolamini, che hanno creato forti tensioni nelle 12.330 aziende produttrici che contano 130 mila occupati. Condividi