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ROMA – Living Lakes Italia ha aperto le porte ai laghi laziali di Bracciano, Nemi e Castelgandolfo. Con la firma apposta ieri, a Palazzo Valentini, dall’assessore provinciale di Roma all’ambiente Michele Civita, sul protocollo d’intesa della rete italiana, anche i tre bacini lacustri del centro Italia hanno la loro rappresentanza all’interno del network dei laghi. “La Provincia di Roma – sono state le parole di Civita - inizia questa collaborazione con Living Lakes Italia, in quanto ritiene urgente un collegamento con le altre realtà lacustri che conduca anche ad interventi concreti per far fronte alla difficile situazione che i nostri laghi stanno vivendo. Una situazione determinata dai cambiamenti climatici da una parte e dall’intervento non sempre opportuno dell’uomo dall’altra. Anche il lago di Bracciano – ha fatto poi notare l’assessore - riserva idrica del Vaticano e fonte di approvvigionamento di Roma in caso di emergenza idrica, si è abbassato notevolmente negli ultimi anni e per esso diventa urgente un intervento appropriato per limitarne i problemi”. Del resto, l’ingresso nella rete Living Lakes impegna i soggetti firmatari, che condividono le finalità del Global Nature Fund e di Living Lakes internazionale, “ad operare – come recita il protocollo d’intesa – per il miglioramento complessivo delle condizioni qualitative e quantitative delle acque, oltre che per la salvaguardia, il recupero e la corretta valorizzazione delle risorse naturali presenti sul territorio”. Con l’arrivo di Bracciano, Nemi e Castelgandolfo, salgono a dieci i laghi che hanno sottoscritto la loro adesione a Living Lakes Italia. Dopo il Trasimeno, sono infatti entrati nell’organizzazione i laghi di Garda, Maggiore, d’Orta, Bolsena, Vico e Piediluco. In occasione dell’ufficializzazione dell’ingresso della Provincia di Roma, i partner italiani si sono incontrati ieri nella capitale per la loro assemblea, coordinata dal consigliere provinciale di Perugia Fiorello Primi. Una riunione con importanti argomenti all’ordine del giorno, a partire dall’approvazione del documento finale della 12° Conferenza internazionale di Living Lakes, la cosiddetta “Dichiarazione del Trasimeno”. Nel documento si prende coscienza che le aree umide, che danno forma a paesaggi storici, spirituali ed estetici, sono degradate e stanno scomparendo a velocità senza precedenti. Per questo, “è responsabilità di tutti lavorare insieme per risolvere i conflitti e continuare a fornire i valori degli stessi paesaggi e servizi agli ecosistemi acquatici dai quali dipende il futuro della vita dell’umanità”. Nel rafforzare ed implementare la loro unione, i laghi italiani, come ribadito ieri da Primi, vogliono colmare il vuoto determinato dalla mancanza nel Paese di una vera politica delle acque interne, sempre demandata ai governi locali. “Vogliamo dimostrare con delle azioni concrete – ha sostenuto il coordinatore Primi parlando ai partner italiani – che si può agire in maniera coordinata non solo tra Enti, ma anche in sintonia con le associazioni che si occupano con compiti e missioni diversi delle problematiche inerenti le aree umide”. E tra i progetti più ambiziosi su cui, all’indomani della Conferenza mondiale del Trasimeno, hanno iniziato a ragionare i partner italiani vi è quello della Lakes Academy, da far sorgere ad Isola Polvese (Trasimeno) “con l’obiettivo – ha riferito a tal riguardo Primi – di dar vita ad un centro di studi e ricerca applicata di alto livello le cui azioni siano condivise dai livelli locali in cui si andrà ad agire”. Altre ipotesi progettuali su cui si impegnerà la rete italiana di Living Lakes nei prossimi mesi sono quelle di un Osservatorio sulle biodiversità proposto da Legambiente, di una manifestazione sportiva nelle aree lacustri alla cui definizione lavorerà la Uisp, di un evento di profilo scientifico sugli interventi messi in atto nel lago d’Orta per il suo risanamento e della partecipazione di Living Lakes Italia con un proprio stand al quinto World water Forum dell’Onu che si terrà ad Istanbul a marzo 2009. Condividi