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«E' stata davvero una enorme manifestazione di popolo». Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione, è appena rientrato dal corteo romano e certamente non ha dubbi. «Non c'è bisogno di leggere le cifre», replica ai cronisti. «La manifestazione ha visto scendere in piazza un popolo immenso». «Un popolo - aggiunge - che chiede di non smontare la scuola pubblica. Un popolo che è sceso in piazza contro un governo che trova invece i soldi per banche e banchieri. Il decreto Gelmini deve essere ritirato». Anche per questo - sottolinea Ferrero - Rifondazione appoggerà senza riluttanza l'indizione del referendum contro una legge già bocciata dal mondo della scuola. «Ma non con un referendum promosso dall'alto: intendiamo far sì che siano le associazioni, le organizzazioni a partecipare alla raccolta delle firme». Rifondazione, comunque, appoggerà tutte le iniziative e sarà a fianco degli studenti - ha aggiunto il segretario Prc - in tutte le prossime mobilitazioni «anche perché proprio queste non si fermeranno come non si fermerà una protesta che andrà avanti insieme alla raccolta delle firme contro il decreto Gelmini». Una protesta pacifica non violenta democratica che, evidentemente, qualcuno, e non è ancora noto sapere chi, ha tutta l'intenzione di "sporcare" e di strumentalizzare in senso assolutamente negativo. Come per quegli scontri di piazza Navona con quelle immagini che hanno fatto il giro del web su cui è chiaro - Ferrero lo rimarca - «il Viminale deve far luce». Anche perché ad essere arrestato e rilasciato, proprio a seguito di quei fatti, è stato proprio un dipendente di Rifondazione. «Abbiamo chiesto al Ministero degli Interni di fare chiarezza. Anche perché - sottolinea il segretario Prc - non è possibile che un camion pieno di spranghe arrivi nel centro di Roma, in una zona super controllata. Evidentemente c'è chi lo ha fatto entrare». «Il compagno di Rifondazione - aggiunge - si occupa proprio di organizzare le manifestazioni per il partito. Ha relazioni con le forze dell'ordine ed è una persona conosciuta. Ieri - racconta Ferrero - era stato chiamato dagli studenti a seguito dei primi scontri con i fascisti. Lui è rimasto a piazza Navona esclusivamente a difesa degli studenti, non ha picchiato nessuno e quando stava andando via è stato fermato alle spalle da agenti in borghese. Convinto di essere stato aggredito, solo a terra ha capito che si trattava di poliziotti». «L'intera vicenda è filmata, ma - precisa il segretario di Rifondazione - ho voluto spiegarla perché non c'è niente da nascondere. Non è possibile che persone con le spranghe arrivino a 100 metri dal Senato». E lo stesso racconto di Yassir getta altre ombre su quegli scontri. «E' stato terribile», racconta. «Me ne stavo andando via. Mi sono sentito prendere da dietro sul collo. Ho avuto davvero paura potessero essere quelli del "blocco". Ho cercato di divincolarmi, mi sono ritrovato con varie persone addosso. Alla fine ho sentito qualcuno che ha detto "il soggetto è immobilizzato" e a quel punto mi sono rasserenato. Anche perché ho pensato "meno male" sono i poliziotti e non i fascisti». Ma il fatto di essere stato trascinato via senza motivo, certo, non gli va giù. «E' un'esperienza da dimenticare, in diciotto anni di manifestazioni quello che è accaduto a piazza Navona non mi era mai accaduto». Yassir del resto lo conoscono tutti. Lavora a Rifondazione da tempo. Ha sempre fatto parte dell'organizzazione del partito, ha partecipato varie volte al servizio d'ordine e di vigilanza per le manifestazioni. E ha contatti continui con le forze dell'ordine proprio a causa del suo lavoro. «Ne ho fatte tante di manifestazioni, da Genova in poi, e posso ben dire che abbiamo sempre organizzato manifestazioni in modo pacifico e non violento. La nostra è sempre stata una protesta assolutamente democratica e civile». Ma quel modo di intervenire delle stesse forze dell'ordine è stato davvero inatteso. Anche perché - annota - «il funzionario che mi ha arrestato è lo stesso con il quale avevo parlato due giorni fa per un'altra manifestazione, quella di piazza Venezia, e mi sono sorpreso di questo fatto, anche se debbo dire che poi l'iter seguito è stato assolutamente sereno». Yassir è stato rilasciato ieri mattina. Tra due settimane ci sarà il processo. «Speriamo bene - dice - speriamo che si risolva tutto, e presto». E' questo l'auspicio di tutti. Anche perché - conclude Ferrero - «provocazioni di questo tipo non debbono accadere più. Abbiamo visto a Genova i black block che scorazzavano liberi in città mentre i manifestanti venivano picchiati. Non vorremmo mai più rivedere quelle scene scioccanti» Condividi