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PERUGIA - Anche dall'Umbria è stata forte la partecipazione alla giornata nazionale di protesta contro il decreto Gelmini ed i tagli alla scuola che questo provvedimento determinerà. Oltre alle decine di pulmann pieni di manifestanti che da Perugia, Terni ed altre città si sono mosse verso Roma, per partecipare alla grande manifestazione che ha oggi paralizzato la capitale, si segnalano anche alcune manifestazioni che hanno visti protagonisti in particolare gli studenti. Di quella folignate abbiamo già parlato, ma la città della Quintana si segnala anche per un'iniziativa lanciata dai genitori di alcune scuole (primarie e secondarie) che hanno raccolto 800 firme sotto una petizione proprio contro il decreto Gelmini approvato ieri in Senato, che hanno consegnato nel pomeriggio al sindaco Manlio Marini che l'ha anch'egli sottoscritta, assieme all'assessore all'istruzione, Salvatore Stella. Anna Arseni, a nome dei genitori, ha letto un documento in cui si sottolinea, tra l'altro, ''la preoccupazione destata dai provvedimenti d'urgenza decisi dal Governo sulla scuola, senza alcun confronto con le parti, e dalla politica di tagli economici indiscriminati che smantellano la scuola pubblica, il diritto allo studio, la qualita' dell'offerta formativa''. I genitori si sono riuniti in un comitato, con l'intenzione di coinvolgere i genitori di altri istituti, per ''sensibilizzare le istituzioni pubbliche sulla preoccupazione e il disagio che la recentissima legge sulla scuola suscita nei cittadini''. Il sindaco Marini ha sottolineato che ''non e' una riforma della scuola ma solo un'operazione di contenimento della spesa pubblica'' mentre Stella ha parlato di ''tagli indiscriminati che metterannoin discussione l'attivita' dell'intero mondo scolastico, dalle scuole primarie fino alle universita'''. A Spoleto, invece, circa 500 studenti si sono riuniti a Villa Redenta, dando vita ad una protesta che, a sentire i più anziani, non si vedeva da anni. L'informazione ci è stata data dalla Casa Rossa con una nota nella quale si afferma tra l'altro, che "L’obiettivo del Movimento è chiaro, opporsi alla logica dei tagli alla scuola pubblica e alla filosofia che li governa, meno stato, meno pubblico, più mercato. La filosofia del liberismo economico che ha portato alla crisi finanziaria e ci sta precipitando nella recessione". "Con la loro preparazione, la loro capacità di spiegare il perché dell’opposizione alle scelte scolastiche del governo Berlusconi, la loro determinazione ad andare avanti, fa pensare - sostiene ancora Casa Rossa - che si può rispondere e vincere questa lotta". Non minore determinazione hanno dimostrato gli studenti di Città di Castello che in tanti hanno sfilato questa mattina nel centro cittadino, rispondendo all'appello allo sciopero dei sindacati. Durante una sosta davanti al Comune si sono incontrati, nell'atrio dello stesso pqalqazzo comunale, con il Sindaco tifernate, Fernanda Cecchini che, sollecitata ad intervenire, ha sottolineato come “gli enti locali non siano controparte nella vertenza che vede il mondo della scuola e le famiglie mobilitate contro i tagli della legge Gelmini e che abbattere i finanziamenti significa chiudere i servizi o ridurne la qualità”. La stessa ha poi auspicato "che non si interrompa la collaborazione tra i vari livelli istituzionali e che gli interventi non cadano in maniera indiscriminata sui territori, senza operare nessuna distinzione tra le comunità virtuose, che sono già intervenute sul dimensionamento scolastico, e le altre". Per il sindaco Cecchini "la presenza di insegnanti, studenti e genitori testimonia come siano molti i soggetti che si sentono penalizzati dalle misure del ministro Gelmini. Per questo il governo dovrebbe riflettere sul fronte ampio e trasversale che reputa ingiusto affrontare con lo strumento del decreto legge una materia complessa a strategica come l’istruzione". "A rendere più preoccupante il clima - ha quindi concluso - è l’ impressione che gli interventi siano stati improntati a meri criteri di contenimento economico piuttosto che ad un’idea precisa di riforma o di razionalizzazione", per cui si è associata alla forte critica, formulata dall’Anci umbra e dal Consiglio delle Autonomie locali verso il taglio e l’accorpamento delle scuole elementari, "che andrà a colpire soprattutto le realtà periferiche e montane, auspicando, in fase attuativa, modifiche a tutela dei piccoli centri e delle risorse che gli enti locali hanno investito per fare della scuola un centro di formazione e socialità”. Condividi