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PERUGIA - La casa come bene primario delle persone, la casa come missione. L’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica di Perugia ha portato avanti questo progetto edilizio per cento anni. E per onorare il suo secolo di attività ha organizzato nella sala dei Notari di Palazzo dei Priori, giovedì 30 ottobre, una giornata celebrativa all’insegna dei ricordi e delle prospettive future che vedrà protagonista l’ente perugino sul territorio umbro. “La casa è per eccellenza il primo servizio che necessita ai cittadini – ha dichiarato Furio Benigni, presidente dell’Ater di Perugia –. Un servizio che non coinvolge solo l’aspetto materiale ma anche quello sentimentale. Ricordiamo coloro che all’inizio del secolo hanno posto in essere questa istituzione e hanno lavorato nel sociale, dando origine al nostro ente con il comitato di soccorso agli operai senza lavoro di Perugia, nato grazie al farmacista Annibale Vecchi, che, poco dopo la sua morte, il 24 settembre 1908, si è trasformato in Ente autonomo per le case popolari di Perugia. Lungo il XX secolo, l’attività dell’ente ha in primo luogo contribuito alla costruzione della città e alla definizione della sua immagine urbana e architettonica”. A cento anni dalla costituzione dell’ente è d’obbligo domandarsi se è tuttora utile e funzionale ai principi costitutivi. “La risposta non è affermativa per spirito di parte – ha affermato Benigni –, ma scaturisce da una valutazione obiettiva della situazione esistente, indubbiamente migliorata rispetto allora, ma che vede ancora un numero consistente di cittadini dimoranti in una abitazione non propria o in cerca di un alloggio a canone sopportabile”. Il senso dell’abitare e i numerosi aspetti che lo caratterizzano rappresentano gli scenari e i contenuti del rituale dei cento anni, che si è concretizzato nella realizzazione di “100 anni per l’abitare”, il cofanetto, contenente quattro volumi, curato da Marcello Archetti, antropologo, coordinatore scientifico Centenario Ater e Comec group. Il primo volume “Gli abitanti Ater”, testimonia e narra il senso dell’abitare secondo la comunità degli abitanti Ater, il secondo “Gli abitanti Ater. Un profilo socio-culturale” descrive le caratteristiche più significative degli abitanti Ater, il terzo “Gli abitanti Ater. Il diritto sociale alla casa” spiega l’evoluzione normativa che ha accompagnato il diritto alla casa e il quarto “Gli abitanti Ater. Per l’arte” analizza le opere d’arte create da 17 partecipanti in occasione del concorso promosso da Ater. “Oggi, dopo 100 anni – ha spiegato Marcello Archetti –, finalmente a definire il senso dell’abitare e dell’abitare Ater sono invitati gli abitanti stessi, attori della facoltà di abitare, coloro che possiedono la capacità evidente della cultura dell’abitare che confluisce nel significato dell’edificazione abitata. Arrivederci, quindi, al bicentenario Ater, noi non ci saremo, ma Ater ci sarà sempre”. I festeggiamenti per il centenario Ater non rappresentano soltanto un punto di arrivo, ma soprattutto un punto di partenza per l’ente perugino, un momento di riflessione verso le nuove opportunità. “Un anniversario – ha dichiarato Ellero Morgagni, presidente Acer Forlì-Cesena e rappresentante del Consiglio direttivo Federcasa – una celebrazione per un ente così longevo, merita un esame, una valutazione sul corso della sua vita, sui buoni risultati raggiunti e che possono essere ancora realizzati. Ritengo che lo sforzo delle istituzioni debba essere rivolti verso le aziende, gli enti pubblici che hanno grandi impegni e la città di Perugia non si è mai tirata indietro. L’Ater di Perugia è collocabile in uno dei livelli più alti dal punto di vista dell’efficienza e dell’efficacia nel novero delle aziende più produttive. In Italia però siamo in una situazione di snodo per quanto riguarda l’edilizia sociale, a mio avviso è necessario lavorare insieme per sviluppare l’edilizia pubblica e per dare alloggio alle 600.000 famiglie che ancora oggi non ce l’hanno”. A dimostrare quanto l’Ater sia legato al territorio umbro, numerosi sono stati gli interventi delle istituzioni, tra cui Renato Locchi, sindaco di Perugia, Damiano Stufara, assessore Regione Umbria e coordinatore degli assessori alle politiche abitative delle Regioni e Paolo Raffaelli, presidente regionale Anci. All’evento erano presenti anche Alfredo De Poi, presidente Fondazione Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci Perugia, Carlo Calvieri, professore di diritto pubblico dell’economia dell’Università di Perugia, che ha seguito la tesi realizzata da Marco Moscatelli “Gli abitanti Ater. Il diritto sociale alla casa”. “E compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Ha citato l’articolo 3 della Costituzione italiana l’assessore regionale alle politiche sociali, Damiano Stufara, per spiegare il senso profondo del ruolo centenario dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale. Intervenendo all’iniziativa, ha evidenziato come “il ruolo delle istituzioni sia proprio quello di rendere esigibili i diritti primari e fondamentali. Tra questi, primo tra tutti, quello di avere un’abitazione”. Dopo aver ringraziato coloro che per anni hanno gestito l’Azienda “che in un secolo di lavoro si è adoperata per garantire un diritto fondamentale”, ha posto l’attenzione “sulla situazione critica del nostro Paese in cui i diritti principali, come casa, lavoro, salute, istruzione, sono a rischio. In particolare – ha detto – il disagio abitativo colpisce 3,5 milioni di famiglie italiane”. “Dall’analisi del lavoro dell’Ater – ha aggiunto l’assessore – il risultato non può che essere positivo. Per il futuro l’obiettivo è quello di puntare sulla qualità e la sostenibilità ambientale degli edifici. La sfida per il prossimo ‘secolo’ sarà la bioarchitettura”. “In questi anni nell’edilizia residenziale la Regione Umbria ha investiti 200 milioni di euro per 3000 alloggi, mentre il Governo nazionale ha cancellato i 550 milioni di euro che il precedente esecutivo aveva stanziato per il Piano straordinario di edilizia sociale. Attualmente ci troviamo a rispondere ad una domanda sempre crescente e sempre più articolata che tocca varie fasce, come gli anziani, le persone immigrate, gli studenti”. Condividi