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La valanga di critiche contro la riforma della legge elettorale per le elezioni europee sembra far ragionare Silvio Berlusconi. Il testo della legge infatti, è notizia di oggi pomeriggio, torna in commissione “per cercare – ha detto il premier - una convergenza così come richiesto e auspicato dal Capo dello Stato”. La dichiarazione è significativa perché arriva dopo l'incontro che c'è stato oggi pomeriggio con il presidente della Camera Fini. Sono noti infatti i malumori che serpeggiano fra i parlamentari di An, convinti di fare il pieno alle europee con il sistema delle preferenze. A spaventare il premier inoltre il pericolo dei franchi tiratori. Il presidente Fini infatti era orientato a concedere il voto segreto in aula, una possibilità prevista dai regolamenti. Intanto oggi è giunto un nuovo monito del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alle forze politiche per ritornare al dialogo. Il capo dello Stato chiede “un clima di reciproco ascolto, attenzione alle rispettive ragioni e proposte e un confronto aperto, ponderato e costruttivo”. E così dopo le parole di Napolitano e dopo la nota diffusa ieri da Berlusconi, nella quale il premier spiegava che la riforma della legge elettorale per le europee si farà solo se c’è una ampia intesa, adesso si cerca un accordo. Stamattina Udc, Pd, Idv e Mpa, al termine di un’assemblea convocata per difendere le preferenze, hanno chiesto di rispedire il testo, attualmente in esame in Aula a Montecitorio, alla commissione Affari costituzionali in modo tale da trovare un’intesa con la maggioranza. “Oggi alla conferenza dei capigruppo, prendendo sul serio Berlusconi - spiega Michele Vietti, vicepresidente dei deputati Udc - chiederemo al presidente della Camera di togliere la legge elettorale europea dal calendario d’Aula. Se la maggioranza vuole, il confronto auspicato dal Presidente della Repubblica potrà avvenire in Commissione”. E Veltroni presente all’assamblea degli "autoconvocati" spiega che la legge elettorale per le europee “si cambia solo se c’è condivisione”. Il leader del Partito democratico spiega di essere in sintonia con il pensiero del Presidente della Repubblica e quanto alle dichiarazioni del presidente del Consiglio osserva: “Se questa affermazione” di Berlusconi “fosse una sorta di minaccia, non c’è nessun problema. Non è una minaccia che ha un effetto su di noi”. Per Veltroni una eventuale riforma deve fondarsi su due punti: “La soglia di sbarramento non può superare il 3 per cento e il voto di preferenza deve esserci”. Sulla stessa linea Massimo D’Alema il quale osserva che “dato che il testo, che dovrebbe essere sottoposto all’esame della Camera, non è affatto condiviso, bisogna rinviarlo in commissione per verificare se è possibile fare un accordo. Cosa che io auspico, perchè penso che una riforma è necessaria. Una riforma ragionevole con una soglia di sbarramento al 3% e restrizione dei collegi”. Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, invece, osserva che “la dichiarazione di Berlusconi è stata positiva”, e poi aggiunge: “Il presidente del Consiglio ha ascoltato non solo l’opposizione, ma anche le centinaia di esponenti del suo partito che nei consigli comunali, provinciali e regionali avevano votato i nostri documenti”. A questo link l'intervista al segretario del Prc Paolo Ferrero che parla proprio di riforma elettorale http://umbrialeft.it/node/10465 Condividi