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Insieme alle mobilitazioni indette dalla CGIL (sciopero del pubblico impiego il 3 novembre; manifestazione dei pensionati il 7 novembre; sciopero dei trasporti il 10 novembre, il 15 novembre quello del commercio), si è individuata, giustamente, la controparte, cioè la Confindustria, contro le cui politiche i lavoratori si mobiliteranno il 25 novembre. È fondamentale che il più grande ed importante sindacato dell’Umbria, individui, nelle centinaia di vertenze in corso, la Confindustria quale portatrice di “pesanti responsabilità” sulla situazione di gravi difficoltà di interi comparti produttivi regionali e di messa a rischio di migliaia di posti di lavoro. Per citarne alcune: polo chimico ternano (Meraklon, Zeuna Stalker, Tlt), l’AST-TK e l’indotto, la Mignini – Petrini a Bastia, la Sangemini, la Profer System a Baschi, la Baronci a Campello, la Sirio a Gubbio, Rapanelli e Diemme a Foligno, Seas a Umbertide, Minerva a Spoleto, il tessile, il grafico, la ceramica e la drammatica vicenda della Merloni. Una crisi economica che impoverisce ancora di più il potere di acquisto di salari, stipendi e pensioni nella nostra regione, già inferiori mediamente del 10% dei lavoratori delle regioni del centro – nord, rischiando di far precipitare nella povertà migliaia di famiglie strette nella tenaglia carovita – bassi salari. Una situazione intollerabile che si affronta con politiche a sostegno della domanda interna, aumentando salari, stipendi e pensioni e bloccando i prezzi dei beni di prima necessità e le tariffe dei servizi. La Confindustria è corresponsabile di questa situazione economica e Rifondazione Comunista è con la CGIL, per contrastare le politiche economiche del Governo e di Confindustria. STEFANO VINTI Condividi