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PERUGIA - Per Raffaele Sollecito e Amanda Knox c'e' il rischio che possano commettere di nuovo crimini brutali come e' stato l'omicidio di Meredith Kercher per il quale sono stati rinviati a giudizio. A sostenerlo, e' il gup di Perugia Paolo Micheli nell'ordinanza con la quale ha respinto la richiesta di revoca della custodia in carcere. Il giudice ha motivato la sua decisione con il pericolo di fuga e con quello di reiterazione del reato. Riguardo a quest'ultimo aspetto, Micheli parla di ''fatti caratterizzati da dolo d'impeto'' occorsi in un ''contesto occasionale''. Occasionalita' non significa pero', a suo avviso, impossibilita' di ripetere la condotta. ''Soprattutto quando ci si determini a delinquere con tanta leggerezza - scrive - e con assoluto disprezzo degli altri''. Secondo il gup quindi, di fronte a un soggetto ''pronto a inventarsi una serata di sesso facile con un obiettivo facile da aggredire, e disposto a ricorrere a brutale violenza nel sentirsi opporre un semplice e accorato no''. Per questo nei confronti di Sollecito e della Knox non si puo' prescindere dal carcere. Quanto al pericolo di fuga il giudice sostiene che non solo il fatto che Amanda sia americana o le ''presunte (ma innegabilmente effettive) istanze di condizionamento del processo da ambienti extragiudiziari'' possano costituire fondamento che i due giovani scappino. Ma sono soprattutto i comportamenti di Amanda e Raffaele e delle persone loro vicine nonche' le loro dichiarazioni, definite inaffidabili da Micheli, a pesare sulla decisione. ''Nessun pronostico favorevole nei loro confronti - scrive - puo' dunque formularsi circa la spontanea adesione al rispetto delle prescrizioni''. Nelle pagine dell'ordinanza il gup delinea alcuni passaggi su cosa avvenne la sera del delitto nella casa di via della Pergola. Colloca il grido di Mez sentito da Rudy Guede (mentre era in bagno sostiene l'ivoriano condannato a 30 anni con l'abbreviato) prima della coltellata. Secondo Micheli il colpo sarebbe stato inferto anzi ''proprio a causa'' dell'invocazione di aiuto. Nessun dubbio per il giudice sulla violenza sessuale subita - ritiene l'accusa - da Meredith, riguardo alla quale cita ''gravi elementi indiziari''. Parla poi di ''indubbia connotazione sessuale'' dell'aggressione interrotta ''con ogni verosimiglianza dal disperato e fortissimo grido di Meredith''. Tanto che secondo il giudice gli aggressori furono costretti a interrompere la violenza uccidendola. Ipotizza pero' che la vittima non fosse in ginocchio come ritiene il pm ma supina. ''Una violenza sessuale rozza e grossolana'' si legge nel provvedimento. Condividi