TRE IMPUTATI.jpg
PERUGIA - Undici ore in una stanzetta con le sbarre di ferro nei sottoscala del tribunale con un'unica speranza - ''stasera usciamo'' - e tante paure: per Amanda, Rudy e Raffaele il giorno piu' lungo in attesa del verdetto del gup di Perugia e' stato anche il piu' difficile da quando, un anno fa, Meredith Kercher e' stata uccisa e loro tre sono stati accusati di essere i responsabili di quell'assurdo omicidio. Per undici ore hanno atteso, da soli, con le loro paure e le loro speranze. E forse, per la prima volta da quando questa vicenda e' iniziata hanno capito realmente che la loro vita non sarebbe piu' stata quella che era prima del 2 novembre. Nei giorni precedenti, durante le udienze davanti al gup, i tre giovani hanno partecipato attivamente al dibattimento chiedendo spiegazioni continue ai loro avvocati e ascoltando attentamente ogni intervento. Oggi pero' e' stato diverso: e sui loro volti la tensione ha preso il sopravvento. E quando il giudice si e' ritirato in camera di consiglio hanno iniziato ad aver paura. Cosi' chiusi e soli nelle loro stanze hanno cercato conforto nelle uniche persone che hanno potuto avvicinarli, gli avvocati e gli agenti della polizia penitenziaria. ''Io spero solo di uscire, non mi importa dove mi mandano, ma l'importante e' uscire dal carcere'' ha confessato Raffaele Sollecito mostrando tutto il suo timore. La preoccupazione e l'ansia hanno invaso anche il volto di Amand Knox. ''Stasera esco'' ha continuato a dire per tutto il giorno piu' per farsi coraggio che per convinzione. Ha cantato, anche: le solite canzoni dei Beatles che l'hanno sempre accompagnata nei momenti piu' difficili dell'inchiesta: il giorno del suo arresto, le giornate in carcere quando tutto sembrava crollarle attorno. Agli avvocati ha ripetuto quello che anche ieri, nel corso delle repliche ha scritto sui faldoni del processo: ''non c'e' una cosa che possa sostenere la tesi dell'accusa''. Anche Rudy Guede, quello dei tre con la posizione piu' compromessa e' rimasto solo con le sue paure. Ha letto i giornali come gli altri, ha mangiato qualcosa, e ha atteso per tutto il giorno che arrivassero dal gup quelle parole che avrebbero cambiato il suo destino. Nella solitudine, e nel dolore, e' passata anche la giornata dei genitori di Meredith. Arrivati a Perugia in mattinata i familiari hanno evitato le centinaia di giornalisti assiepati davanti al tribunale rimanendo chiusi in albero e rimandando ogni commento alla lettura della sentenza. Lacrime anche per Edda Mellas Knox: la mamma di Amanda ha trascorso buona parte della giornata in uno degli alberghi piu' esclusivi di Perugia parlando solo con pochi giornalisti americani e continuando a piangere per l'assurda morte della figlia. Condividi