I dati Istat relativi a fine 2015 segnalano che i residenti in Umbria sono diminuiti di 3581 unità (-0,40%), rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. A livello provinciale la riduzione è stata di 2045 (-0,31%) e 1536 (-0,67%) unità, rispettivamente nelle provincie di Perugia e Terni. Il 2015 è il secondo anno in cui la popolazione residente diminuisce in Umbria e nelle Marche, mentre è il primo per la Toscana e per l’Italia nel complesso. Dal 2013 al 2015 la riduzione dei residenti in Umbria (-0,62%) è più intensa di quella toscana (-0,16%), media italiana (-0,19%) e marchigiana          (-0,6%), anche se molto prossima a quest’ultima. La provincia di Terni (-1,06%) ha contribuito maggiormente, rispetto a quella perugina (-0,47%), al declino demografico umbro successivo al 2013. Proprio su questo arco temporale, oltre che specificamente sul 2015 si concentrerà la successiva analisi.

Una prima e parziale spiegazione del recente declino demografico umbro si trova nel tasso di crescita naturale, il rapporto tra saldo naturale e popolazione media, che non aumenta dal 2007 e ha subito una marcata diminuzione nel 2015. In quest’ultimo anno il saldo naturale, la differenza tra nascite e decessi, è negativo, come avviene almeno dal 2002, ed è pari a -4294 unità. Sempre nello stesso anno l’Umbria detiene, insieme alla Toscana, il più basso tasso di crescita naturale (-4,8 per mille) tra i riferimenti considerati. La regione in esame si caratterizza anche per la maggiore diminuzione dell’indice dal 2013 al 2015. Sebbene nel periodo in esame la riduzione dell’indice ternano sia stata vicina a quella perugina, il tasso di crescita naturale di Terni nel 2015 (-7 per mille) è di molto inferiore a quello di Perugia (-4 per mille).

A sua volta il declino del tasso di crescita naturale è dovuto alla diminuzione, iniziata nel 2008, del tasso di natalità, il rapporto tra il numero dei nati e la popolazione media. Nel 2015 le nascite in Umbria sono state 6517 e corrispondono ad un tasso di natalità (7,3 per mille) pari a quello toscano e più basso di quello marchigiano e medio italiano. L’Umbria, rispetto ai riferimenti considerati, si contraddistingue anche per il minor numero di figli per donna (1,3) e per la più forte diminuzione del tasso di natalità dal 2013 al 2015. Terni possiede nel 2015 degli indici minori di quelli perugini, rispettivamente 6,4 e 7,7 nati per mille abitanti e 1,16 e 1,3 figli per donna, e una diminuzione del tasso di natalità nel periodo di riferimento più intensa.

Più stabile è la dinamica umbra del tasso di mortalità, il numero dei morti in rapporto alla popolazione media, che registra prima una diminuzione, nel 2014, e poi un aumento, nell’anno successivo. La variazione complessiva è positiva e dunque anche il tasso di mortalità ha contribuito alla diminuzione del tasso di crescita naturale registrato nel periodo considerato. I decessi in Umbria nel 2015 sono stati 10811 e, nuovamente insieme alla Toscana, è il riferimento peggiore per tasso di mortalità (12,1 per mille). L’aumento dell’indice umbro nel periodo considerato risulta invece il minore e in linea con quello medio italiano. La provincia di Terni nel 2015 possiede un tasso di mortalità (13,3 per mille) maggiore di quello della provincia di Perugia (11,7 per mille), ma fa registrare dal 2013 al 2015 un aumento minore dell’indice.

Al fine di comprendere le ragioni del recente declino demografico umbro risulta fondamentale considerare la dinamica del tasso migratorio totale, il rapporto tra saldo migratorio e popolazione media. Infatti l’indice umbro è cresciuto rapidamente dal 2011 al 2013, compensando la diminuzione del tasso di crescita naturale. Successivamente, però, si è assistito ad una caduta ancora più intensa dell’aumento precedente. Nel 2015 in Umbria il saldo migratorio, la differenza tra iscritti e cancellati dai registri anagrafici per trasferimento di residenza, è pari a 624 unità e corrisponde a un tasso migratorio totale (0,8 per mille) superiore a quello italiano e marchigiano, addirittura negativo, ma ben al disotto di quello toscano. La forte diminuzione del tasso migratorio totale umbro, che nel 2013 era pari al 14,9 per mille, è superiore a quella marchigiana, ma inferiore alla riduzione toscana e media italiana. Nel 2015 la provincia di Perugia possiede un saldo migratorio (0,9 per mille) maggiore di quello ternano (0,3 per mille) e una sua riduzione nel periodo di riferimento meno accentuata.

La dinamica del tasso migratorio interno, il saldo migratorio interno diviso per la media della popolazione residente, non spiega la diminuzione del tasso migratorio totale dal 2013 al 2015. In Umbria, come nelle Marche, la diminuzione dell’indice in questione è precedente e nel periodo in analisi si osserva addirittura una variazione di segno opposto. La toscana, che contrariamente alle altre due regioni non ha subito particolari crolli, registra dal 2013 al 2015 una leggera diminuzione. Nel 2015 in Umbria il saldo migratorio interno, la differenza tra iscritti e cancellati per trasferimento di residenza da e per altro comune, è pari 123 unità e corrisponde ad un tasso migratorio interno (0,1 per mille) maggiore di quello marchigiano, ma inferiore a quello toscano. Nel 2015 il saldo migratorio interno di Terni (0,3 per mille) è superiore a quello di Perugia (0,1 per mille), nonostante dal 2013 al 2015 l’indice ternano sia diminuito mentre quello perugino sia aumentato.

La riduzione del tasso migratorio totale è in parte dovuta alla diminuzione del tasso migratorio con l'estero, il rapporto tra saldo migratorio con l'estero e popolazione residente media, che nel periodo in analisi diminuisce in Umbria più che in Toscana, Marche e Italia. Nel 2015 il saldo migratorio con l'estero, la differenza tra iscrizioni e cancellazioni da e per l’estero, è di 1373 unità. Tale valore corrisponde ad un tasso migratorio con l'estero pari al 1,5 per mille, che risulta il minore tra i riferimenti considerati. Per quanto riguarda questo indice, la provincia di Perugia ha fatto registrare nel 2015 un valore (1,4 per mille) minore di quello ternano (1,8 per mille) e una sua riduzione più più forte.

Il contributo maggiore alla riduzione del tasso migratorio totale umbro è dovuto al tasso migratorio per altri motivi, il rapporto tra saldo migratorio per altri motivi e il numero medio dei residenti. Il saldo migratorio per altri motivi è la differenza tra  iscrizioni  e cancellazioni non corrispondenti a effettivi trasferimenti tra un comune di residenza e un  altro,  bensì  a  operazioni  di  correzione  post-censuaria.  Per  quel  che  riguarda  le  iscrizioni, si tratta  principalmente  di  soggetti  in  precedenza  cancellati  per  irreperibilità  e  ricomparsi,  oppure  di soggetti non censiti ma effettivamente residenti. Tra le cancellazioni per altri motivi si annoverano, invece,  i  soggetti  cancellati  in  quanto  risultati  non  più  residenti  in  seguito  ad  accertamento anagrafico, oppure i soggetti che si sono censiti come residenti in un comune senza possederne i requisiti. Nel 2015 in Umbria il saldo migratorio per altri motivi è pari a -808 unità e il tasso migratorio per altri motivi (-0,9 per mille) è il più alto tra quello dei riferimenti considerati. Dal valore del 2013 (12,5 per mille) la riduzione dell’indice umbro è molto forte ma comunque meno intensa di quella toscana e media italiana. Terni possiede un valore del tasso migratorio per altri motivi (-1,8 per mille) più basso di quello perugino e una sua riduzione più intensa, nel 2013 partivano rispettivamente dal 15,1 e 12,5 per mille.

L’analisi dei vari indicatori demografici permette di comprendere meglio la recente dinamica della popolazione residente in Umbria e nel contempo di confrontarla con le regioni più prossime, sia in termini geografici che di struttura economica e sociale.

Si è scoperto infatti che il recente declino demografico umbro dipende dall’evoluzione sia del tasso di crescita naturale che di quello migratorio totale. Il tasso di mortalità sembra aver avuto nel 2015 un picco e l’andamento pregresso sembrerebbe suggerire una sua possibile diminuzione nel futuro. Diversa è la dinamica del tasso di natalità, la cui diminuzione inizia nel 2008 e accelera dal 2013, portando il tasso di crescita naturale a valori sempre più negativi. Il secondo fenomeno decisivo è la dinamica del tasso migratorio totale, dovuta alla componente estera e per altri motivi. Dal 2011 al 2013 questo indicatore ha registrato un deciso aumento che ha controbilanciato la negatività del tasso di crescita naturale. Dall’anno successivo, però, si è verificata una sua caduta, addirittura più intensa dell’aumento precedente, che ha portato l’indice a valori prossimi all’unità e non più in grado di compensare la negatività del tasso di crescita naturale. Il risultato è un tasso di crescita totale, la somma tra quello naturale e migratorio, negativo e quindi una diminuzione della popolazione residente. Insieme alla flessione delle nascite, un fattore determinante è la riduzione dei residenti stranieri (-3,1% dal 2013 al 2015) che supera la diminuzione della popolazione residente umbra totale (-0,62%). Questo calo dei residenti stranieri risulta inferiore a quello marchigiana ma è in controtendenza rispetto alla toscana e alla media italiana, dove nello stesso periodo sono aumentati più del 2%.

L’Umbria nel 2015 registra una condizione demografica preoccupante. Tra quelli analizzati, è il riferimento con il minor numero di figli per donna e insieme alla Toscana, possiede i più bassi tassi di natalità e di crescita naturale. Il tasso migratorio totale, superiore a quello marchigiano e medio italiano ma decisamente inferiore a quello toscano, compensa solo parzialmente la negatività del tasso di crescita naturale. Ciò risulta in un tasso di crescita totale negativo, di poco superiore a quello marchigiano e ben al disotto di quello toscano e italiano in media. A livello provinciale la situazione ternana risulta, ancora una volta, più critica di quella perugina, infatti è caratterizzata da tassi di crescita naturale, migratorio totale e dunque di crescita totale sensibilmente minori rispetto all’altra provincia considerata.

La dinamica demografica umbra è coerente con l’andamento economico di una regione che non riesce a risollevarsi completamente dalla crisi. Questa incapacità ha certamente ridotto l'attrattività regionale. Infatti l’Umbria, nonostante l’eccezionale afflusso di migranti degli ultimi anni, registra nel 2015 il più basso tasso migratorio con l'estero, almeno dal 2002. Inoltre l’inizio della crisi corrisponde proprio con l’anno di picco e l’inversione di tendenza del tasso di natalità, che nel 2015 raggiunge il valore minimo, almeno dal 2002. Questa coincidenza potrebbe indicare che dal 2008 si è ridotta quella fiducia nel futuro necessaria per decidersi a mettere al mondo una nuova vita.

Lorenzo Testa

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