di Leonardo Caponi

PERUGIA - Mano a mano che procede la campagna per le primarie del centrosinistra (o del Pd?), si precisano i “profili” dei candidati in lizza e si possono acquisire maggiori e aggiornati elementi di valutazione e giudizio sulle loro figure e sui loro programmi. L’esito del voto sarà importante per tutti, anche per coloro che (come, forse, chi scrive queste note) non si recheranno ai gazebo quel giorno, poiché il prevalere dell’uno o dell’altro candidato potrà avere una influenza importante sul centro sinistra e sull’intera sinistra.

   Matteo Renzi è il prodotto truccato della incultura politica oggi dilagante. In altre epoche, quelle nelle quali il credito e la fiducia nella politica e nelle istituzioni erano ancora alte, e diffusa la partecipazione popolare, difficilmente una figura come quella del Sindaco di Firenze avrebbe potuto emergere. Il fatto che egli possa, almeno secondo i sondaggi, addirittura ambire a vincere il confronto per la leaderschip del centro sinistra è la prova provata di una drammatica caduta (fatta di un misto di rifiuto, superficialità e ignoranza) che ha ridotto quella che una volta era considerata la più “nobile delle scienze”, al rango di un argomento da bar e i suoi protagonisti (in un mondo sopraffatto dalla logica del “businnes”) ad assomigliare più a disinvolti e ignoranti replicanti o a venditori di prodotti, piuttosto che a uomini di pensiero e di azione consapevole. Non che la politica non abbia avuto le sue colpe, beninteso! Ma un conto è liberarsi di stanchi riti e della merce avariata, tutto un altro perdere la conoscenza, la sacralità (se vi sembra troppo, il rispetto) delle istituzioni, come è purtroppo accaduto.
   Da un certo punto di vista Renzi è, a sinistra, un prodotto del berlusconismo e di quel trend culturale liberal liberista che si è imposto nelle nostre società. Una cultura nella quale l’immagine conta più della sostanza. Guardate il suo personaggio: non ha nulla di  spontaneo, ma è accuratamente e televisivamente costruito. Carino, giovane, indossa, come una divisa, sempre quella camicia bianca (preferibilmente con cravatta a tinta unica) con le maniche arrotolate; e guardate come cammina, disinvolto e dinoccolato, davanti al suo camper, con quella bella faccina da schiaffi (mamma mia, stavolta ho esagerato!) e lo sguardo sbarazzino. E’ la Novità che si muove! E, del resto il pezzo forte di Renzi è, appunto, la novità dirompente ed esagerata, la “rottamazione”, con la logica del supermercato che, se non è alimentato con offerte sempre diverse e più clamorose, dopo un po’, non “tira” più.

   Matteo Renzi, questa è la cosa che conta di più, è uno di destra. La politica che ha in testa, nella sostanza, non è per nulla dissimile dai dogmi liberisti che ci stanno portando alla rovina E, ed è la cosa che da più disgusto perché è quella dove la mistificazione è maggiore, dal punto di vista dell’orologio della storia, non ha niente di nuovo, è il peggio del vecchio, essendosi completamente allineato a quell’attacco volto a riportare  le conquiste e i diritti dei lavoratori a quelli che erano cinquanta anni fa.

   I dirigenti “storici” e l’apparato del Pd guardano Renzi con rabbia e sgomento: lo detestano, anzi lo “odiano” e lo temono. Con chi ve la prendete!? Chi è causa del suo mal, come si dice, pianga se stesso. D’Alema, Veltroni, Fassino, Bersani e compagnia cantando!; Renzi non è forse il prodotto di quell’inseguimento del nuovo a tutti i costi, di quella furia iconoclasta con la quale sono state recise e abbandonate le radici della sinistra (gettando il bambino con l’acqua sporca!) che ha caratterizzato la storia di una parte della sinistra dallo scioglimento del PCI ad oggi?! Renzi non è altro, alla fine, di uno dei mostri che avete evocato e che, oggi, come altri, si è materializzato. E adesso…è tutto vostro!

   Se vincesse Renzi sarebbe un bel disastro. Anche a sinistra c’è, invece, chi si augura una sua affermazione. Si dice che sarebbe un elemento di “definitiva chiarezza”, che forse potrebbe aprire la strada ad un rimescolamento delle carte nel centro sinistra, che finalmente D’Alema o Bersani e chi altri, potrebbero dare vita ad un vero partito socialdemocratico classico che sarebbe più di sinistra ecc. ecc.
   Si, si, tutte cose verosimili; però una vecchia lezione di quella cultura che fece grande la sinistra, ci ha insegnato che puntare sul “tanto peggio, tanto meglio” è sempre sbagliato. E allora non resta che una speranza e una invocazione: che il popolo (quello dei gazebo) ci salvi da Matteo Renzi!

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