di Francesco Piobbichi

Sono stato alla presentazione del libro che raccoglie gli scritti di Paolo Vinti. Ho ascoltato con estremo interesse la presentazione di Wu ming 1 che mi ha aperto delle finestre interessanti sulle quali occorre lavorare. Paolo Vinti reggeva il centro storico di Perugia e lo faceva da solo, come solo un comunista può fare. A me piace ricordare Paolo Vinti come un “patriota ” della “comune perugina”. Una Comune in perenne divenire della quale Paolo ne era una sorta di “grund norm” vivente. Paolo infatti ne scriveva ogni giorno la costituzione, legandoci tutti l'un l'altro con la retorica, nell'emozione altissima che aspira all'altra società, al comunismo. La retorica di Paolo, i suoi scritti, le sue declamazioni erano di fatto una chiamata costante ad un'adesione politica e sentimentale collettiva in uno spazio di territorio che era il centro storico della nostra città. Per Paolo eravamo tutti leggendari compagni, ognuno di noi era importante perchè era inserito in un contesto partitario, di avanzamento. Si vincerà diceva, ricostruendo un “noi” collettivo che assumeva il livello cosmico come orizzonte. Paolo ci proiettava nel futuro, nel linguaggio di una rivoluzione che il livello planetario non riusciva a contenere. La sua era una militanza eretica, che non si cuciva addosso il segno del martirio.

Anzi, la sua attività era principalmente svolta nello spazio caldo delle emozioni, principalmente in quello ludico e delle mobilitazioni politiche ( in particolar modo quelle studentesche). Non c'è in Paolo negazione nel linguaggio, non c'è settarismo, c'è la prospettiva ricompositiva del Cosmo Rosso, il colore della sua passione come dice Wu ming 1 che raccoglie le galassie sociali disperse in maniera orizzontale, in un fronte popolare cosmico. Mi sento enormemente in debito nei confronti di Paolo Vinti, un comunista rivoluzionario, libertario che usava la parola come strumento per costruire nel qui ed ora il comunismo. Sono in debito con lui perché non sono riuscito a comprendere fino in fondo quando era in vita la portata del suo messaggio. Penso che senza lo studio di Wu ming 1 difficilmente lo avremmo fatto anche dopo la sua scomparsa, per questo lo ringrazio ancora perchè ci ha permesso di scoprire qualcosa che è dentro tutti quanti noi, qualcosa che gira per le vie della nostra città. Paolo è vivo perchè è dentro tutti i leggendari compagni, Paolo è vivo perchè ha coniugato una “comune” con emozione altissima. Paolo Vinti è importante per noi che amiamo questa città come lo è il grifo di Borgo XX giugno che schiaccia l'oscurità. Paolo è oggi un'opera collettiva vivente che respira il presente, è ancora un messaggio da scoprire. Per questo penso che sia importante che noi, “leggendari compagni”, ci mettiamo di buona lena a ricostruire, come se fossimo un intellettuale collettivo, quel mosaico disperso ed ancora non esposto che Paolo ha disseminato in questa città. Paolo Vinti non va semplicemente ricordato, Paolo Vinti va agito nelle piazze della “Comune Perugina”!
Con emozione altissima leggendari compagni!
Con emozione altissima...

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