PERUGIA - COME QUELLA DELLA RAGIONE ANCHE LA NOTTE DELLA POLITICA GENERA MOSTRI. I FATTI DI ROMA, LO DIMOSTRANO AMPIAMENTE, : IN ASSENZA DELLA POLITICA ANCHE GLI INDIGNATI SI TROVANO IN DIFFICOLTA’, PERCHE’ ANCHE L’INDIGNAZIONE QUANDO E’ GIUSTA E IN QUESTO CASO E’ GIUSTA, HA BISOGNO DEL CONFRONTO POLITICO. UN CONFRONTO CHE IN MOLTI, SI SONO BEN GUARDATI DAL CONCEDERE, TIMOROSI DI PERDERE LE ULTIME APPARENZE DI PARTITO O DI SINDACATO IN UNO SCENARIO POLITICO DOVE I PARTITI E I SINDACATI SEMBRANO CONTARE SEMNPRE MENO. ED E’ STATO UN GRAVE ERRORE ABBANDONARE I CORTEI E LE PIAZZE, FACILMENTE OCCUPATI POI DA CHI ,SI CHIAMI BLACK BLOCK O MENO, VORREBBE ACCELERARE LA FINE DELLA DEMOCRAZIA E DEI SUOI VALORI NEL NOSTRO PAESE. UNA POLITICA MALATA DUNQUE, FRAGILE DI FRONTE AI PERICOLI CHE PUO’ CORRERE LA NOSTRA DEMOCRAZIA, INDEBOLITA DA UNA CRISI GLOBALE CHE HA PROFONDAMENTE ATTACCATO ILCUORE DEL SISTEMA CAPITALISTICO, AMMESSO CHE NE ABBIA UNO. I POLITICI HANNO FATTO DI TUTTO AFFINCHE’ LA POLITICA PERDESSE QUEL POCO DI AUTORITA’ NATURALE EREDITATA DAL PASSATO CHE ANCORA LE RESTAVA, E’ TEMPO DI PORSI LA DOMANDA CHE SI PONEVA KARL POPPER : “ COME POSSIAMO ORGANIZZARE LE ISTITUZIONI POLITICHE IN MODO DA IMPEDIRE CHE I GOVERNANTI CATTIVI O INCOMPETENTI FACCIANO TROPPI DANNI?”

Per esempio sabato scorso a Perugia, ad un convegno del Partito Democratico sulla piccola impresa, davanti a numerosi imprenditori, il responsabile nazionale del settore ha iniziato il suo intervento a conclusione dell’iniziativa, con questa frase : “ occorre dire che le banche soffrono….” , immediata la reazione indignata di alcuni degli imprenditori presenti che poco prima avevano lamentato tra le altre difficoltà del settore quella del rapporto con gli istituti di credito, imbarazzo dell’oratore che ha cercato di cambiare senza successo il senso del suo discorso e quindi conclusioni a dir poco incomprensibili nella forma e nel contenuto. Peccato, perché sarebbe stato utile capire se il PD può essere il partito delle piccole imprese o delle banche. Si continua a fare danni, per esempio ieri l’altro in consiglio regionale la maggioranza è andata “sotto” sulla nomina del consigliere di Parità, si parla di “incidente tecnico”, che ha favorito l’elezione del candidato del centrodestra, ma si parla anche di certi “conti” ancora da regolare all’interno della stessa maggioranza, alla base dei quali c’è la “sindrome da congresso”, come qualcuno ha chiamato l’attuale stato del PD umbro, irrigidito sugli schemi congressuali di due anni fa che hanno prodotto “blocchi” di iniziativa politica, assolutamente inconciliabili fra loro. Intanto la possibilità di elezioni anticipate cresce ogni giorno di più e quindi cresce anche la “febbre da candidatura” che riporta alla ribalta gli appetiti di vecchi e giovani leoni in cerca di un seggio a Montecitorio o a Palazzo Madama, febbre che rischia di imbastardire ancora di più il clima da “regolamento” mentre le riforme istituzionali promesse restano ancora sullo sfondo e fanno precipitare al terzultimo posto la Presidente Marini nella speciale classifica del “gradimento” dei presidenti di regione italiani, redatta da un noto istituto di ricerca dopo aver sentito il parere di migliaia di elettori. Nella sua intransigente semplicità, l’interrogativo di Karl Popper è ancora di una sconvolgente attualità e perciò meriterebbe una risposta da parte dei governanti, della politica e degli elettori, in Umbria, in Italia e nel mondo.

Gian Fillippo Della Croce

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