L'editoriale di Gian Filippo Della Croce - Metti una sera a cena
PERUGIA - Si fa un gran parlare di cene in questi giorni, ce ne sono davvero tante, da quelle offerte dalle numerose sagre d’estate, a quelle delle feste di partito e infine a quelle di cui intendiamo occuparci e di cui si sta appunto parlando in questi giorni, che sarebbero le cene fra “politici”.
A prescindere che non ci vedo nulla di male in un gruppo di amici “politici” che decide di cenare insieme,( pagando di tasca propria) per parlare di quello che ritengano più opportuno (politica compresa), mentre invece sarei piuttosto perplesso se la stessa cena fosse pagata con altre risorse, comunque non c’è notizia che le “cene” di cui si parla non siano state pagate se non con le risorse individuali dei commensali, per cui l’interesse per l’avvenimento, segnalato da più parti, a partire da alcuni organi di stampa, potrebbe essere annoverato nella necessità di riempire in qualche modo le pagine dei giornali in un tradizionale periodo di “stanca”.
Ma c’è chi si ostina a ritenere che le sunnominate cene non siano altro che convivi piuttosto sospetti , perché? Ma perché i convitati sono della stessa corrente, o sono della stessa generazione, oppure non sono della stessa corrente ne della stessa generazione ma hanno gli stessi interessi, insomma ci sarebbe più di un elemento di riflessione sulla spontaneità di questi convivi segnalati in varie parti del territorio regionale. Perché si sono visti? Che cosa si saranno detti? E’ il tormentone di fine estate, e alla fine qualcuno dei convitati tirato in ballo ha ritenuto opportuno fugare ogni dubbio affermando che si trattava soltanto di cene fra amici. Apriti cielo!
L’effetto della risposta è stato immediatamente interpretato come un depistaggio, quindi a coloro che si ponevano il quesito del “che cosa si saranno detti?” non è restato altro da fare se non constatare la fondatezza dei loro sospetti. Altro che cene fra amici! Quei convivi non sono stati altro che abboccamenti in preparazione di qualche colpo da sferrare in autunno. A chi? Ma ad altri politici, perbacco! Ci si vede a cena si decide a chi “fare la festa” e poi al momento opportuno si sferra il colpo. E’ questa la visione che hanno della politica molti personaggi che si ritengono dei politici, poi ci si domanda perché la politica è moribonda e perché sia sempre più lontana dalla gente……
Ovviamente tutto quello che abbastanza ironicamente abbiamo descritto, avviene esclusivamente all’interno di quella che ahimè ormai viene definita “la casta”, cioè la categoria dei politici, perché a nessuna persona “normale” verrebbero mai in mente vedendo alcuni politici cenare insieme al tavolo di un ristorante, gli angosciosi dubbi di cui abbiamo appena parlato.
Già, ma a quelli che nella “casta” (non ci piace questo termine ma lo usiamo soltanto perché ormai è divenuto di pubblico dominio) pensano allo loro “eternità”, qualsiasi riunione conviviale o meno superiore ad una persona desta sospetti e angosce ed evoca pericoli. Quali? Per esempio perdere il proprio scranno parlamentare o regionale o provinciale, eccetera…o il proprio ruolo e la propria rendita di potere nel partito, eccetera……In questo contesto il quesito “che si saranno detti?” diventa un intollerabile rovello, eppure chi dovrebbe decidere la sorte dei politici non dovrebbero essere altri che i cittadini. Ecco perché questi ultimi stimano sempre meno i politici (soprattutto quelli che la pensano così ).
Ma concludendo questa riflessione sulle cene d’estate di alcuni politici umbri prevalentemente di centro sinistra, sento il dovere di rivolgermi a loro per dirgli che andare a cena con gli amici è una buona abitudine e che se durante il convivio si parla di politica è pure una buona abitudine, che molti politici dovrebbero a loro volta prendere dal momento che di politica, quella vera, quella che la gente aspetta di considerare come bene comune, costoro non ne parlano più da un pezzo. Convitati, non dovete giustificarvi come ha fatto qualcuno di voi, nella palude della politica attuale, parlare di politica anche se a cena non può che fare bene alla politica stessa, buon appetito e buona conversazione (possibilmente costruttiva).
Gian Filippo Della Croce

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