L'editoriale di Gian Filippo Della Croce - I contorcimenti della politica

di Gian Filippo Della Croce
PERUGIA - Nei contorcimenti a cui ci fa assistere l’attuale fase politica non mancano situazioni assurde e grottesche o goffi tentativi di rivitalizzare un sistema politico in coma profondo. C’è come un frenetico quanto inutile tentativo fatto di dichiarazioni, comunicati, interviste, di dimostrare a se stessi che la realtà non è proprio quella che stiamo vivendo ma un’altra, che quello che accade non è poi così brutto, che potrebbe essere addirittura diverso se lo guardassimo nel modo giusto, dove giusto vuol dire il modo che fa più comodo a chi ne parla.
Nella sua bonaria e scarsa capacità comunicativa anche il premier Monti non fa eccezione in quanto l’altro giorno ha dichiarato in una improbabile intervista al TG 1, che l’abbassamento del rating italiano da parte dell’agenzia di certificazione americana Ficht ( che segue a poca distanza quello di Standard e Poors) sarebbe preoccupante se riguardasse l’azione del governo, ma siccome Ficht non ne parla il declassamento della reputazione economica italiana è da ritenersi non proprio negativo, perché ha aggiunto “ sarebbe stato peggio se avesse attaccato le misure che il governo sta prendendo”, stupefacente! Francamente ritenevamo che quella del primo ministro poteva essere la “voce fuori dal coro” nel quadro desolante della politica nazionale, invece anche il professore è sempre più dentro il coro che accompagna questa incredibile tragedia all’italiana, quella di un paese che non ha più nella sua classe dirigente alcuna fiducia perché non ha da parte di questa nessuna risposta vera .
E la politica continua con i suoi contorcimenti a cercare vie d’uscita che non sa nemmeno immaginare, così rischia di distruggere se stessa o almeno quello che resta di essa nel cuore e nella mente dei cittadini. Vorrei citare in questa ottica una esemplare vicenda che accade in Umbra, dove a Gubbio, città notoriamente ritenuta “rossa” il consiglio comunale accogliendo una richiesta dell’opposizione di centro destra ha abolito il registro delle unioni di fatto, una conquista della passata amministrazione voluta da una maggioranza di centrosinistra, quella che governa ancora la città anche se parzialmente cambiata nei suoi membri. Cosa è accaduto? Ronconi, storico leader della UDC ha subito plaudito all’evento dichiarando che quanto accaduto a Gubbio si propone come un esperimento avanzato di come potrebbero cambiare le cose in Umbria, ridisegnando nuove maggioranze, anche alla luce di un atteggiamento diverso fra i partiti che si riscontra già dal livello nazionale, dove centrosinistra e centrodestra sostengono lo stesso governo.
Plaude anche il coordinatore regionale del PdL Luciano Rossi, più o meno in sintonia con Ronconi, e gli fanno eco altri autorevoli esponenti dello stesso partito, invece che succede nel PD al quale appartiene il sindaco di Gubbio che ha dichiarato nonostante le vibranti proteste del suo partito che intende rispettare il voto espresso dal suo consiglio? Voto che è stato inteso dall’opposizione, ma anche da una parte del PD, magari quella alla quale si ispira lo stesso sindaco, come un segnale di inquietudine nella stessa maggioranza con possibili ricadute sugli equilibri politici sui quali si regge la stessa istituzione regionale. Il segretario regionale del PD Bottini si è affrettato a smentire qualsiasi ipotesi in merito dichiarando che “anche in una fase difficile come l’attuale, le differenze fra maggioranza e opposizione restano…” , se il segretario regionale del PD sente proprio il bisogno di dirlo significa che siamo quasi arrivati alla frutta.

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