di Umberto Marini

Lo scandalo stavolta è partito dalla verde terra Padana. Hanno iniziato i “parlamentarini” della Lombardia e del Piemonte. Poi è toccato a quelli del Centro Italia, coinvolgendo i colleghi di Lazio, Abruzzo e Molise.
Da qualche mese è tutto un fiorire ed un rincorrersi a chi è più “ladro” fra i politici regionali indagati per peculato, appropriazione indebita ed altre scelleratezze di vario genere per le quali la legge prevede moltissimi anni di galera.
Molti di loro hanno ammesso le proprie malefatte, discolpandosi dicendosi convinti che i ”furti” compiuti rientrassero fra i diritti previsti dai loro statuti regionali che, in effetti, ma a ragion veduta, sono stati elaborati con molta larghezza di manica con concessioni di autonomie di spese per la gestione delle loro attività politiche sul territorio, fin troppo permissive. Certamente con la volontà di garantire un surplus (e sì che ne hanno pochi!) al loro impegno, ca va sans dire, a favore delle comunità che li hanno sprovvedutamente eletti nei vari “parlamentini” regionali. Autonomie, fino a pochi mesi fa, assolutamente prive di riscontro e revisione sull’autenticità e legittimità di queste spese che hanno finito per favorire assalti alla “diligenza”, scatenando appetiti famelici fra i piu ingordi.
In Piemonte uno di questi politici, convinto di farla franca, ha messo le “mani nelle nostre tasche” per acquistare addirittura un tosaerba per fare la barba al suo giardinetto.
Un leghista lombardo, pur dichiarandosi affetto da diabete, non curante dei danni che avrebbe arrecato ai livelli di pericolosità della sua glicemia, in poco più di un mese, ha speso in pasticceria quasi l’equivalente di un anno di stipendio di un metalmeccanico, obiettando di essere pure in credito in quanto il regolamento regionale permette ai “parlamentari” del Pirellone un rimborso fisso mensile di 18.000 euro per le spese di rappresentanza.
Un suo collega d’aula, anche lui in camicia verde, nell’approssimarsi del Natale, ha messo a rimborso l’acquisto di un Pinocchio in miniatura, una clessidra, tre aerei di carta e vari fuochi d’artificio, non certo per festeggiare l’arrivo del nuovo anno in aula consiliare.
Sempre della capitale economica italiana, sono stati alcuni politici che hanno messo in conto, a carico mio e di altri milioni di Italiani, in un sol colpo l’acquisto di 5 computer, alcuni pranzi da 145 euro a testa, cartucce non per stampanti ma per le proprie battute di caccia, calendari augurali con l’aggiunta delle spese postali per l’inoltro, centinaia di panini imbottiti di salumi pregiati, il costo di un libro (la Minetti, quella che curava i denti di Berlusconi), lattine di Redbull (il Trota, figlio di Bossi), leccalecca e gelati. Uno di questi “ladri di polli”, con i soldi nostri ha  saldato il conto per il rinfresco nuziale della figlia.
Questo fior di galantuomini, finiranno mai in galera?
Francamente c’è da dubitarne. Perché nel nostro Paese, processare tempestivamente e condannare a pene esemplari i delinquenti appartenenti alla Casta politica, appare sempre più difficile anche grazie alle leggi emanate dal Governo Berlusconi a protezione di tutti i bogliardi di Stato, se compreso.
Il caso più recente?
Fiorito, il capogruppo Pdl al Consiglio regionale del Lazio, preso con le mani nel sacco, dopo una “visitina” a Regina Coeli di pochi giorni, da ieri è nuovamente a casa, dove l’attendeva tutta la cittadinanza di Anagni, festosa per il suo ritorno. E allora?
Allora c’è solo da prendere atto che l’Italia è per davvero un Paese unico al mondo e da domandarsi, tanto per fare altri esempi, che senso abbiano ancora le regioni a statuto speciale in una Europa dove non esistono più da alcuni anni i confini. Regioni in cui la fantasia ed il buon governo, quando si tratta di sperpero dei soldi pubblici, non hanno limiti.
Un esempio per tutti.
In Sicilia, a spese della collettività nazionale, viene tenuto aperto un museo, con dieci custodi in organico, che durante l’intero anno 2011 ha avuto soltanto un visitatore pagante. E’ possibile ciò: è possibile, è possibile. Basta verificare per rendersene conto, ma soprattutto per capire come vanno le cose!
Per sostenere che certi amministratori debbano per davvero finire dietro le sbarre non crediamo di aver detto cose meritevoli di farci finire all’Inferno.
Se così fosse vedremo di intercedere presso il Santo Padre la grazia divina. Ma questo solo dopo che Benedetto XVI avrà ufficializzato il suo personale avallo alla “sponsorizzazione” della Santa Sede in favore di Mario Monti per il suo rinnovo alla carica di Presidente del Consiglio. Evento che significherà che non c’è trippa per gatti. Con B&B che si dovranno rassegnare e rendersi conto che al peggio non c’è mai fine.

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