La sofferenza e le difficoltà generate dai drammatici eventi sismici che hanno colpito la nostra regione, sono purtroppo, quotidianamente, di fronte ai nostri occhi. Ognuno di noi ha presente il disagio, la disperazione, la paura che provano le persone direttamente colpite, private di casa, certezze e , a volte, di prospettive. A tale condizione si uniscono le preoccupazioni dei tanti che vedono il proprio lavoro e il proprio reddito minacciati dalle dinamiche generate dagli stessi eventi. In questo senso il settore del turismo, e dell'economia ad esso collegata, appare gravemente in difficoltà. Perugia, in qualità di capoluogo e di capitale vitale, è chiamata di nuovo a svolgere un ruolo da protagonista nell'organizzazione di una risposta efficace che, in questo ambito particolare, l'intera Umbria può costruire. Il riferimento storico, l'esperienza, gli approfondimenti scientifici ci sono. Parlo della stagione delle grandi mostre, Perugino, Pinturicchio e, anche se in tono minore, Signorelli, che tanto hanno portato in termini di ricchezza materiale e immateriale (vedi B. Bracalente e L. Ferrucci, Eventi culturali e sviluppo economico locale. Dalla valutazione d'impatto alle implicazioni di policy in alcune esperienze umbre. Ed. Franco Angeli).
Ciò è stato possibile grazie a tre fattori fondamentali: la presenza e la tenace abnegazione di personalità di rilievo assoluto, tra tutte Vittoria Garibaldi, Francesco Federico Mancini, Alberto Grohmann; la capacità intuitiva, la flessibilità e il coraggio della classe dirigente di allora, politica ma anche economico imprenditoriale; la propensione a fare sistema, sommando energie utili per raggiungere grandi risultati, diversamente irrealizzabili. Perugia, in quegli anni, guidò un'alleanza che ha realizzato progetti in grado di generare ricchezza, far crescere professionisti e aziende, produrre un aumento della consapevolezza culturale delle nostre comunità. Enti locali, Regione, Sovrintendenze, Università, fondazioni bancarie, associazioni professionali, imprese private, tutte riunite in un comitato con un obiettivo condiviso. L'Umbria propose all'attenzione nazionale un proprio modello, quello della mostra diffusa che emerge dal territorio e che da esso viene fecondata, con più sedi in un sistema gestionale unico, con un virtuoso rimando tra prestigiose strutture museali e patrimonio diffuso: primi a farlo con tale completezza e convinzione. Sarebbe opportuno che i decisori di oggi riprendessero in mano le carte di allora, gli studi dell'Università, magari contattando i curatori del tempo per poterli affiancare a giovani e validi professionisti, così da promuovere nuovi e altrettanto efficaci progetti. La ricostruzione della Valnerina sarà davvero efficace solo se verrà inserita nel rilancio di un territorio molto più vasto, quello che è stato definito "il distretto della grande bellezza". Perugia - se vuole essere davvero una capitale - non può non contribuire a questo disegno, mettendo in gioco la parte migliore della sua storia lontana e recente. Una grande mostra, dunque, per ripartire e per farlo all'insegna dell'unità e della solidarietà.

Andrea Cernicchi

Questo intervento è stato pubblicato dal Corriere dell'Umbria di giovedi 9 febbraio 2017.
L'autore ha autorizzato la sua pubblicazione anche su Umbrialeft. 

 

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