Chi ha a cuore il bene comune dovrebbe porre particolare attenzione anche sulla gravissima situazione in cui versano edicole e librerie. Infatti, non passa giorno senza che ci sia un saracinesca che rimane abbassata a segnalare la fine di un’attività in cui si è investito passione, speranze e sogni.
Dieci anni fa si contavano, in tutto il Paese, più di 40.000 edicole, oggi ne sono sopravvissute appena 26.000. Molte, con il labile auspicio di trovare un po’ di ossigeno in un mercato sempre più crudele, hanno potenziato il ventaglio dei servizi, offrendo dai servizi anagrafici ai biglietti fino a diventare un punto di ritiro dei pacchi Amazon. Nonostante tutto, i guadagni languono e all’inizio degli anni Venti del Duemila altre 1. 000 edicole hanno cessato la loro esistenza. Pensiamo, soltanto per fare un esempio, che se un giornale costa 1,50 euro in tasca dell'edicolante restano solo 15 centesimi.
Le edicole oltre a rappresentare un presidio della nostra libertà di informarci nelle modalità e con la regolarità che più incontra i nostri desideri, rappresentano, in molti casi, un luogo di riferimento culturale e sociale per un quartiere o per un intero paese.
Poco noto, se non agli addetti ai lavori, e che a complicare l’attività delle edicole c’è anche la rete di distribuzione con tutte le sue molteplici complessità.
In questo difficile contesto, per ‘illuminare le coscienze democratiche’ il 29 gennaio si è svolta la ‘Notte bianca delle Edicole’ promossa dal Si.Na.Gi, il sindacato nazionale giornalai. E visto il perdurare della gravità della situazione, per la primavera sono previste altre iniziative.

Ad aggravare l’insieme di questa crescente desertificazione culturale è il fatto che in Italia, negli ultimi anni, più di 2.000 librerie hanno cessato di esistere. In molti casi, la chiusura di una libreria è fonte di perdita di un patrimonio storico e di tradizioni unico nel suo genere.
Le cause che portano alla chiusura di una libreria sono molteplici: si legge sempre di meno, la diffusione dei formati digitali, le grandi catene di distribuzione e la possibilità di acquistare libri online.
Anche in questo caso, la chiusura di una libreria rappresenta, oltre a un danno culturale, un danno sociale. Perché le biblioteche sono anche luoghi di incontro, di scambio di opinioni, spazi di socializzazione, laboratori di idee.
La chiusura delle edicole e delle biblioteche è un problema che riguarda tutto il nostro Bel Paese da Nord a Sud. Pertanto è auspicabile, oltre l’intervento concreto delle istituzioni, anche una grande larga plurale mobilitazione.

Fosco Taccini

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