Continuano ad addensarsi altre nubi sulla situazione economica e sociale della fascia appenninica, un'area di oltre 70mila abitanti tra le più colpite dalla crisi economica.

Alle difficoltà ormai strutturali del manifatturiero (ex Merloni, edilizia e ceramica), che ha cancellato oltre 15.000 posti di lavoro, si aggiunge ora il crack di Banca Etruria che vede colpiti soprattutto i piccoli risparmiatori. In alcuni comuni della zona, vedi Costacciaro e Sigillo, questo era ed è praticamente l'unico istituto bancario presente e funzionante. Stiamo parlando di alcuni milioni di euro di risparmi, frutto di duro lavoro e di una vita piena di sacrifici, che adesso rischiano di sparire, nonostante le promesse del Governo Renzi.

Inoltre, per chi se ne fosse dimenticato, va ricordato che alcuni mesi fa il Ministero delle Finanze, rendendo noti i dati sul prelievo fiscale nei vari comuni dell’Umbria, metteva in evidenza, nel periodo 2008-2014, un calo del reddito a Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Gubbio e nei comuni limitrofi, superiore di 12,4 punti percentuali rispetto alla media regionale.

Il tutto in un territorio da sempre caratterizzato da carenze infrastrutturali sia per quanto concerne la rete stradale che il trasporto ferroviario. Recentemente anche una indagine di Legambiente ha evidenziato che la tratta ferroviaria Orte/Foligno/Fabriano è tra le piu’ disagiate dell'Italia centrale in particolare per quanto riguarda i pendolari.

Quindi non è assolutamente esagerato ribadire che la dorsale appenninica vive una fase di vera e propria emergenza sociale. Se ne vanno anche i migranti. Lo hanno ricordato le Acli in un convegno svoltosi a Nocera Umbra nei giorni scorsi: è in corso un rilevante processo di abbandono di questi territori da parte di intere comunità che pure, negli anni passati, avevano contribuito in maniera significativa alla ricostruzione del dopo terremoto del 1997.

Infine anche la politica locale, quella che conta, perde pezzi importanti. Da questo punto di vista la recente sentenza del Consiglio di Stato che esclude Giuseppe Biancarelli dall'assemblea regionale è una pessima notizia: non è solo la sinistra che rimane senza una rappresentanza istituzionale ma una rilevante parte dell'Umbria che non potrà essere più rappresentata in maniera dignitosa e competente.

Nonostante tutto le forze sane del territorio debbono comunque provare a reagire. La fascia appenninica rappresenta una priorità d’intervento. Continueremo a ribadirlo come un mantra: è necessario e urgente aprire un tavolo di confronto sul suo futuro e costruire progetti concreti che puntino a creare opportunità di lavoro e di sviluppo

Mario Bravi

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