Il punto di Stefano Vinti

Credo che occorra un confronto politico e programmatico serio, sia sul livello amministrativo che sul livello della Regione, perché bisogna mettere in campo idee alternative, sia di città che di regione, per essere alternativi alla Destra al governo. Credo che questa sia una necessità, un’urgenza, un’impellenza, innanzitutto per il capoluogo di regione, Perugia, la nostra città.

Il declino della città, dal punto di vista economico, sociale e culturale, è evidente. Occorre costruire un’altra opzione, un’altra idea di città: una città attrattiva, che ragiona in maniera differente nel rapporto con l’Università; una città per i giovani, al servizio dei cittadini, ragionando su una città di quindici minuti, su nuovi servizi, quelli classici e quelli moderni, per offrire al cittadino una città moderna. Ma soprattutto una città che riconosca il dolore sociale e le difficoltà dei suoi cittadini perché, come stima la Caritas, nella nostra città circa il 20% della popolazione è in povertà assoluta, o rischia di cadere nella povertà. Se c’è questa consapevolezza, occorre un’Amministrazione comunale che si faccia carico di un dolore sociale forte, crescente, acuto, di una parte significativa dei perugini.

L’altro problema è come la città partecipa alle decisioni, il rapporto tra la sua Amministrazione e i cittadini: come, dove, quando si decide; quale ruolo possono svolgere i cittadini per essere più consapevoli e decidere sulle sorti della propria città, sui progetti, sulle ambizioni, sulle questioni che giornalmente viviamo, a iniziare dalle questioni del traffico. Ma è possibile che non siamo in grado, in una città di dimensioni modeste come la nostra, di affrontare problema del traffico in maniera efficace ed efficiente? Non ci sono solo il Nodo e il Nodino, c’è una situazione di difficoltà diffusa in città.

Bisogna porsi la questione di essere alternativi. Penso a Perugia, ma anche alla Regione: la questione dello sfascio della Sanità, del rilanciare la Sanità pubblica, dell’investire nella Sanità pubblica, del reinvestire nella prevenzione e nella Sanità territoriale; credo che siano questioni centralissime, che vanno affrontate, questioni sulle quali la Destra ha fallito in maniera clamorosa.

Per fare questo, non servono ricette antiche, passate, superate; occorre pensare una nuova idea, che credo non possa che provenire da una nuova coalizione dei Progressisti, che superi anche il vecchio centrosinistra e che, allo stesso tempo, sia una coalizione in cui si riconoscono almeno tre blocchi: il PD, i Cinque Stelle e la Sinistra. Da questo punto di vista, occorre che la Sinistra faccia uno sforzo unitario, che si ricomponga, per essere attrattiva, ma allo stesso tempo per essere competitiva sia nei confronti dei Cinque Stelle che nei confronti del Partito Democratico.

Condividi