Al Bellocchio guardie e ladri corrono insieme

di Leonardo Caponi
PERUGIA - Al Bellocchio di Perugia si sta verificando, dal punto di vista della sicurezza e del degrado del quartiere, una situazione non ulteriormente sostenibile. Non passa giorno che, in un’area popolosa ma tutto sommato ristretta, non si segnalino uno o più episodi della cosiddetta microcriminalità e, con frequenza crescente, come illustrano purtroppo le cronache, anche crimini più gravi. Spaccio, borseggio, risse e aggressioni, offerta invadente di prostituzione costituiscono ordinaria quotidianità. Sono talmente frequenti che, qualche giorno fa, io stesso ho avuto involontariamente occasione di assistere ad un episodio singolare di, come dire?, sovrapposizione di reati. Uno scippatore ed agenti di polizia si sono trovati a correre gomito a gomito in uno stesso tratto di strada: l’uno scappando dopo aver borseggiato un anziano passante, gli altri, ignari dello scippo, inseguendo un giovane magrebino, accusato di spaccio di stupefacenti e immigrazione clandestina che, ammanettato pochi istanti prima, era riuscito ad eludere la loro sorveglianza. Per la cronaca, il magrebino ammanettato è stato “ripreso”, mentre l’altro giovane scippatore è riuscito a far perdere le sue tracce, inseguito solo dagli improperi dell’anziano scippato.
Uno dei punti critici del quartiere è il sottopasso che collega la stazione ferroviaria con via del Macello che è divenuta una delle aree più sporche, degradate e malfamate della città e dove il transito di una donna sola risulta sempre più problematico ed è, da molte, rifiutato. Quel sottopasso è una vera e propria vergogna e anche le Ferrovie dello Stato devono risponderne per garantirne la bonifica, la pulizia e la sicurezza.
Il Comitato ProBellocchio, organizzazione spontanea di cittadini, che presiedo, già da tempo ha lanciato l’allarme e avanzato la sue proposte per il quartiere. In questa area è necessaria una azione preventiva e repressiva delle forze dell’ordine ben più significativa ed efficace di quella attuale. Tra la gente (i residenti italiani), dopo una fase di rassegnata passività, sta montando una rabbia ed una esasperazione che non possono essere sottovalutate. Accolgo con soddisfazione la notizia dei provvedimenti speciali decisi per Perugia dal Ministero degli interni che, in accordo col Comune, costituirebbe nella nostra città un nuovo organismo per la sicurezza. Sinceramente la cifra diffusa di cinquanta nuovi agenti mi sembra esagerata, ma mi auguro di sbagliarmi.
E’ tuttavia un errore pensare di combattere la criminalità solo o prevalentemente con misure di polizia. Lo prova il fatto che il grande dispiegamento di guardie private (pagate a spese dei condòmini) di questi ultimi mesi, ha forse avuto un effetto scenografico, ma non ha per nulla ridotto la prostituzione, lo spaccio e gli altri crimini.
Fontivegge e il Bellocchio hanno bisogno di una politica nuova e di un piano organico di riqualificazione e recupero urbanistico, commerciale, civile e sociale. Il primo punto è il blocco di nuove costruzioni e la bonifica delle aree degradate. Sono necessarie una nuova programmazione urbanistica e della rete commerciale e nuove misure, non puramente e inutilmente repressive, per il traffico veicolare.
Il Bellocchio è il primo quartiere compiutamente multietnico della città, con una presenza massiccia di stranieri “regolari”. Pensare di “mandarli via” è una sciocchezza. Ci vuole una politica di integrazione, che in questo quartiere può avere il valore di un esperimento, per fare in modo che quello che oggi è un problema, possa divenire una risorsa per il quartiere stesso e per tutta la città.

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