Prc Umbria sostiene sciopero generale. Subito patrimoniale e reddito sociale
Rifondazione Comunista dell’Umbria aderisce convintamente allo sciopero generale proclamato per venerdì 6 maggio. La crisi economica ha colpito pesantemente le lavoratrici e i lavoratori della nostra Regione, una crisi che il Governo preferisce negare mentre aumenta la povertà che sta interessando tante famiglie. In Umbria nell'ultimo anno si sono persi 7 mila posti di lavoro e a marzo è riesplosa la cassa integrazione, con 20mila lavoratori coinvolti, di cui la metà a zero ore e i due terzi in deroga.
Il rapporto Ocse conferma che, tra le nazioni facenti parte dell’ area, l’Italia è quinta nella classifica delle disuguaglianze di reddito, un segnale incontestabile dell’assenza di redistribuzione delle risorse nel Paese. Una situazione che conferma la bontà delle richieste di Rifondazione Comunista per l’introduzione della patrimoniale e del reddito sociale.
Mentre i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi, Governo e Confindustria lavorano spalla a spalla per dequalificare ulteriormente il lavoro, abbattere i redditi, affossare definitivamente la contrattazione nazionale collettiva. Il ricatto di Marchionne non è che la punta dell’Iceberg dell’aggressione al mondo del lavoro orchestrato dal padronato italiano e dal Governo Berlusconi.
Per questo occorre una decisa inversione di rotta, che riparta da forme di mobilitazione e di lotta per la difesa dei diritti dei lavoratori, dei giovani, dei pensionati. Per questo sosteniamo la Cgil e la scelta di proclamare lo sciopero generale per la difesa dei diritti e del lavoro e contro le politiche di Governo e Confindustria
Stefano Vinti
Segretario regionale Prc-Umbria
Mercoledì
04/05/11
16:39
Curioso ,REDDITO SOCIALE SI ! e ASSEGNO DI CURA(per sostenere le famiglie che vogliono accudire in casa un figlio/fratello disabile evitando la deleteria reclusione in qualche struttura) NO !
........Come le famose "divergenze parallele".....
Mercoledì
04/05/11
19:32
La terza Commissione del Consiglio Regionale dell’Umbria ha deciso, alla unanimità, di sottoporre ad una pubblica audizione con le associazioni di categoria del mondo economico e sociale, venerdì 9 ottobre (2009) alle ore 10, a Palazzo Cesaroni, la proposta di istituire un reddito sociale.
La proposta del capogruppo di Rifondazione comunista Stefano Vinti, prevede 7.000 euro annui più alcuni servizi a costi agevolati, a favore di: disoccupati, precari e inoccupati. Subito dopo questo incontro, ha precisato il presidente della Commissione Enzo Ronca, verrà sentita la Giunta sulla reale possibilità di favorire l'iter di approvazione del provvedimento e sulla ipotesi di finanziarlo con 4 milioni di euro provenienti dal fondo regionale per lo sviluppo delle attività produttive.
Quattro, nella proposta, le condizioni previste per accedere al futuro reddito sociale,
"che già altre Regioni italiane hanno istituito": essere disoccupati e residenti in Umbria da almeno due anni; risultare iscritti ai centri per l'impiego, dimostrando così di cercare realmente un lavoro; avere un reddito precedente non superiore agli 8mila euro; non aver maturato diritti alla pensione.
Pregiudizialmente non contrari alla proposta si sono dichiarati, Enrico Sebastiani che, a nome di tutto il Pdl, ha chiesto di trattare l'argomento in sede referente per poter presentare emendamenti; ed Enrico Melasecche (Udc) che ha espresso dubbi sulla scelta di utilizzare fondi per il sostegno alle imprese, indicando come alternativa il taglio delle spese improduttive e dei tanti enti inutili. Nel 2009 avevate cominciato, poi dopo le elezioni , che avete fatto ? Vi siete fermati? Non si sente parlare di riforma endoregionale , di riduzione dei costi della politica e neppure di reddito sociale che però esce sempre alla bisogna
Giovedì
05/05/11
08:24
I problemi sociali si affrontano con proposte chiare e semplici come questa di Rifondazione Comunista che merita il sostegno di tutti.
Una parte di finanziamenti (circa 3 milioni all'anno) potrebbe essere recuperata abolendo le figure dei direttori sanitari e dei dei direttori amministrativi delle Aziende Ospedaliere e delle Unità Sanitarie Locali. Dodici figure con funzioni di semplice consulenza dei direttori generali, le cui funzioni dovrebbero essere esercitate dai detentori della gestione e cioè dai dirigenti(per i direttori sanitari ci sono già i direttori di presidio). Non vi è neppure il problema della collocazione, poichè molti di loro sono dirigenti in aspettativa e sembra vi siano anche consulenti- pensionati.
Si obietterà che la norma nazionale li prevede ed è vero,ma l'autonomia Regionale in merito alla organizzazione dei servizi sanitari,soprattutto dopo i " tagli",credo debba essere più incisiva nel determinare propri indirizzi.
D'altra parte la USL n°1 docet: nominato come nuovo direttore generale il direttore amministrativo in carica, quest'ultima figura non è stata,giustamente, sostituita.
Giovedì
05/05/11
21:35
In ogni ASL e Azienda Ospedaliera ci sono ben tre figure di vertice. Il Direttore Generale, il Direttore Sanitario e il Direttore Amministrativo. Poi va detto che c'è pure la recente e inefficiente AUS, cioè l'Azienda Umbria Sanità istituita per semplificare e razionalizzare la spesa e l'organizzazione sanitaria nella Regione. Qundi 3 per 6 più 1 da un totale di 19 massimi vertici sanitari. Poi si dovrebbero aggiungere a questi i vari primariati che si moltiplicano nelle varie strutture sanitarie. Tutto questo senza considerare le baronie universitarie. Quindi eliminando tutti gli inutili doppioni si avrebbero dei risparmi importanti.
Comunque, con una sola ASL e una sola Azienda Ospedaliera, anzichè 19 "super manager" se ne avrebbero soltanto 6 di direttori. Sicuramente avrebbe ancor più senso, dimostrando vero rispetto dei cittadini e dei malati, fare quello che ha fatto la Regione Toscana dove gli ospedali sono strutture delle ASLL. In questo maniera si eliminerebbero ben 16 inutili e dispendiose posizioni direttoriali a cui, come si sa, ci sono poi da collegare segretarie/o e autisti vari.
Una Regione come l'Umbria, con 900 mila abitanti che sono meno di una borgata romana, può ancora permettersi di mantenere una situazione simile dove non esiste una eliambulanza e dove, addirittura, si sta ancora litigando per fare l'ospedale di Narni-Amelia che dista soltanto 10 Km da quello esistente di Terni?
Ha detto bene il Presidente Napolitano sostenendo che la sinistra non potrà mai tornare a governare il Paese se prima non dimostra di essere veramente capace di farlo.
Il Berlusconiano per forza
Giovedì
05/05/11
14:52
ottimi commenti, proposte sacrosante e sensate e allora che la politica agisca, anche perchè quì è al governo e non all'opposizione ,può realizzare quel che dice, basta volerlo veramente.
Giovedì
05/05/11
21:44
Il problema vero, purtroppo, non è definire una soluzione organizzativa che, come si sa è molto semplice. Il problema vero è che la politica è ormai succube degli apparati, diciamo più o meno lobbystici, e non in grado di decidere nell'interesse dei cittadini.
I magnoni che banchettano alla mensa del Sistema Sanitario si moltiplicano e siamo arrivati al punto che si stanno pappando i 3/4 del soldi del Bilancio della Regione. Sono ben 1.600 milioni di euro che si spendono per la sanità e non ci sono segnali di volerla ridurla razionalizzando i servizi e semplificado l'organizzazione.
Giovedì
05/05/11
23:12
Caro berlusconiano, una cosa è certa, ogni spreco va combattuto affinché la spesa pubblica divenga produttiva al massimo, ma da qui a sparare nel mucchio ed accettare delle generalizzazioni ad affetto che non stanno nè in cielo, nè in terra ce ne corre. Dire che i magnoni si stanno pappando i 3/4 del bilancio della Regione equivale a dire, ad esempio, che la sanità non dovrebbe costare nulla, ovvero non si dovrebbero pagare gli stipendi ai medici, agli infermieri, agli inservienti, agli impiegati, insomma a quanti nella sanità lavorano con dedizione, e ce ne sono molti, perché anche questa spesa rientra nei 3/4 famosi. Così come non si dovrebbero comperare nuovi macchinari, presidi sanitari, medicine e quant'altro, ed ancora non si dovrebbero fare la pulizie e neppure riscaldare e illuminare gli ambienti, provvedere alle riparazioni necessarie e così andando non si dovrebbe dare da mangiare ai malati. E mi fermo qui, ma ci sarebbero tanti altri esempi da fare per cui, anche mettendo un freno robusto all'appetito dei papponi e delle lobbies, ed anche semplificando l'organizzazione, resterebbe sempre una bella spesa da ricoprire.
Vorrei poi far notare che la sanità umbra, per quanto la si possa ancora migliorare, non ha debiti ed è considerata fra le migliori in Italia, tanto che è presa come riferimento anche dal Ministero competente. Per di più il sistema sanitario italiano nel suo complesso, sia pure con le tante e profonde differenze che si registrano fra le diverse aree geografiche del nostro Paese, è stato giudicato a livello internazionale fra i migliori, perché cura tutti e non solo chi se lo può permettere: meglio di quello francese, o inglese, o americano e, udite udite, meglio perfino di quello tedesco, non potendo oltre tutto contare sulle risorse che questi Paesi assicurano ai loro sistemi sanitari che sono infinitamente maggiori (chiederlo agli stranieri che per loro ventura hanno avuto la necessità di ricorrervi). Chissà, forse lì i papponi e le lobbies sono ancora più voraci che da noi. Per cui, quando si esprimono giudizi al riguardo sarebbe bene tenere conto di questi fatti, anche perché chi ricorre a queste generalizzazioni lo fa spesso per giustificare interventi penalizzanti sulla sanità pubblica, generalistica, a vantaggio di quella privata riservata a chi può permettersela e che per lucrare opera anche chi non ne ha bisogno (la clinica degli orrori milanese dovrebbe pur insegnarci qualche cosa). Cari saluti, Eugenio Pierucci
Venerdì
06/05/11
14:12
Egregio direttore, non ho assolutamente inteso sparare nel mucchio. I magnoni, a cui mi riferisco, sono una ristretta cerchia racchiusa all'interno del sistema sanitario e dell'università e sono soprattutto quelli che occupano i posti apicali del sistema. Parlo dei direttori, dei primari, dei professori universitari e loro cortigiani. Chiaramente tra questi ci sono anche persone per bene. Però caro direttore c'é da chiedersi: "un sistema che costa i 3/4 del bilancio della Regione deve chiudere anche in passivo?"
Egregio direttore, visto che sei molto interessato alle problematiche della sanità umbra, vorrei suggerirti una piccola indagine che potrebbe dare dei risultati significativi e inaspettati. Come si spiega che all'ospedale Santa Maria della Misericordia (Silvestrini) ci sono due TAC e che soltanto una viene utilizzata?
Ad Ancona, in un'ospedale simile a quello di Perugia, il sistema pubblico ha ben 4 TAC in funzione per i pazienti di quella Regione. Come mai da noi ne funziona soltanto una e l'altra viene utilizzata al 5% delle possibilità? Forse si voglio far allungare le liste d'attesa e costringere così i malati ad andare a fare le TAC nelle cliniche private della Regione o in quella tanto di moda di Terontola a cui la sanità umbra sborsa circa 5 milioni di euro all'anno?
Spero che questa testata, che svolge sicuramente un servizio di informazione alternativo a quello dei cementieri locali, voglia dedicarsi a fare una piccola indagine su questo problema perchè di questi fatti nessuno ne parla.
Ricambio i saluti e ringrazio anticipatamente a nome della collettività tutta, Il Berlusconiano.
PS:
forse sarebbe interessante indagare anche dell'attività professionale che fanno i medici del sistema sanitario regionale in regime di "intramenia" e dell'attività professionale che fanno di "soloni" dell'università che in molti casi fanno stipulare all'ateneo convenzioni con cliniche private per fare ricerca. Succede poi che il privato è rappresentato da qualche curia e che per fare ricerca il professore deve recarsi in quelle cliniche (arezzo, Firenze, Bari, ecc...) dove la ricerca diventa attività professionale e gli utili vengono poi spartiti tra i soci, tra cui magari ci sta lo stesso professionista che va ufficialmente a fare sperimentazione.
Venerdì
06/05/11
10:44
Caro amico Berlusconiano, forse non hai capito bene quello che ho voluto dirti. La sanità impegna i 3/4 del bilancio regionale semplicemente perché è questa di gran lunga la competenza regina assegnata alle Regioni (sarebbe come rimproverare ad un salumificio di spendere gran parte dei soldi disponibili per acquistare i maiali), e ciò vale per tutte le Regioni, ovvero dalla Lombardia alla Sicilia, che hanno ugualmente impegnato per tale voce la gran parte delle risorse, sempre più scarse, loro assegnate e che malgrado ciò, nella stragrande maggioranza dei casi sono state costrette a contrarre debiti, cosa che l'Umbria (Regione oltretutto non a Statuto speciale e che gode perciò di una minore autonomia, anche finanziaria) non ha fatto. Resta comunque che tu avevi sostenuto che i papponi e le lobbies si mangiano i 3/4 del bilancio della Regione, una sparata, devi convenire, senza senso.
Quanto alle cose che ci chiedi di fare cercheremo di accontentarti, ma devi sapere che a portare avanti questo giornale siamo in pochissimi, meno delle dita di una mano, per cui, essendo costantemente inchiodati davanti ad un computer, il tempo necessario da dedicare ad inchieste e approfondimenti, che pure vorremmo tanto realizzare, non ne abbiamo. Di nuovo saluti, Eugenio Pierucci.
Venerdì
06/05/11
19:46
Non auguro a nessuno di avere necessità di fare urgentemente una TAC perchè se andate a prenotarla alla USL dovrete aspettare almeno 6 mesi. Quindi chi ha bisogno, come è successo a me, deve per forza rivolgersi alle cliniche private per fare la "tomografia computerizzata". Qui il costo delle radiografia è all'incirca di 150 euro. Però c'è anche il problema se sussite ancora il baget assegnato. Se invece non si vogliono problemi allora si migra e si va, come fanno in tanti, in quella clinica di Terontola dove non ci sono tempi d'attesa e problemi di sorta.
Avendone bisogno ho optato per una visita in regime di "intramenia" all'ospedale Silvestrini. Posso testimoniare che i tempi dalla prenotazione alla prestazione sono stati ridottissimi, i medici e i sanitari sono stata veramente bravi, quello che mi ha sorpreso è stato il costo della prestazione.
Il costo della radiografia, come stabilito dal tariffario dell'ospedale, era più alto di quello applicato dalle cliniche private. Ben 200 euro contro i 150 euro. Mi sono chiesto ma come mai lì dove si usano strutture e macchinare fornite dalla sanità pubblica la prestazione costa più?
Forse esiste una logica per spingere i pazienti a ricorrere alle cliniche private?
Ma i nostri governanti questi problemi li conoscono o tacciono perchè fanno parte integrante di questo sistema affaristico o perchè magari sono titolari di qualche clinica privata convenzionata con la Regione?