(dell'inviata Giovanna Chirri) PERUGIA - ''Forse ci vuole un po' di pulizia interna, le radici ci sono, c'e' un po' di polvere''. Cosi' disegna l'”identita' italiana” il segretario del Papa, mons. Georg Gaenswein, che incontra i giornalisti a Perugia nel giorno in cui il presidente del Consiglio Berlusconi e' stato rinviato a giudizio per la vicenda Ruby.

In conferenza stampa arriva una richiesta di commento su questo, e pronta la risposta del braccio destro di Benedetto XVI: ''Non rispondo a domande di politica, nessuna cosa detta nella Lectio va letta come allusione all'attualita', rispondo a domande sulla Lectio''.

La Lectio - 22 pagine pronunciate non senza emozione, dopo il saluto del rettore Stefania Giannini e la laudatio del prorettore Marco Impagliazzo -, dedicata a Stato e Chiesa in Italia, gli ha consentito di apprezzare gli strumenti concordatari come sostegno ad una ''sana laicita''', di proporre uno statuto speciale per Roma che la aiuti a svolgere la funzione internazionale e di polo della cattolicita', di ricordare il ruolo della Cei come ulteriore interlocutore della comunita' politica.

''Una esperienza bellissima - racconta ai giornalisti - sono contentissimo ed emozionato''. E a chi gli chiede come mai abbia rotto il riserbo dei segretari dei Papi, spiega: ''e' attuale, e' interessante, decisivo e mi piace''. Fra tre giorni ci sara' il ricevimento per l'anniversario dei Patti Lateranensi e della loro revisione, e chissa' che le due delegazioni non parlino anche dell'idea di statuto speciale per Roma, anche se mons. Georg tiene a precisare che ''non era una proposta'' e tra cio' che ha suggerito e la sua realizzazione ''c'e' di mezzo molta strada''.

Nella stessa Universita' per gli stranieri che oggi gli ha conferito la laurea honoris causa in ''Sistemi di comunicazione nelle relazioni internazionali'' il segretario del Papa ha studiato italiano alla fine degli anni Ottanta.

''Perugia mi ha aperto gli occhi e il cuore per l'Italia - racconta - ho conosciuto lingua, arte, musica, storia, cultura, le radici della italianita', ho trovato le radici sane della Penisola italiana, ne ho imparato la bellezza''.

Indica una sola cosa non gradita dell'Italia: ''La burocrazia ostacolante. A volte mi chiedo come sia possibile che un paese cosi' bello e ricco di doti umane, naturali e soprannaturali, finisca a litigare su cose di poca sostanza''.

Grande emozione oggi nell'Universita' che lo ebbe studente, che lo ha laureato con una cerimonia solenne, apertasi con l'Inno di Mameli, proseguita con introduzione, laudatio e lectio, poi con la Formula ''ad conferendum'' che lo ha premiato ''per la sua conoscenza della lingua italiana e per il suo essere uomo della pace al servizio dell'umanita'''.

Nulla e' mancato al cerimoniale, dalla votazione all'unanimita', ''con fave bianche'', del senato accademico, al conferimento della pergamena, al bacio del rettore. Applausi scroscianti quando indossa la toga blu cobalto e il copricapo accademico, ''sembra non abbia fatto altro in vita sua'', commenta una studentessa.
 

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