di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA - La storia é finita. Tra Massimiliano Alvini ed il Perugia, comunque vada la trattativa con la Cremonese, l'amore, ormai sfilacciato, col Perugia non può tornare. Questo matrimonio non s'ha da celebrare. E non perché non lo vogliono i "bravi" manzioniani, ma perché così suggerisce il buon senso.
Ragioniamo. É come se un promesso sposo, con la notifica esposta all'albo comunale, si invaghisse di un'altra donna (la signorina Cremonese) che gli appare più bella e con maggiori doti di quella che aveva deciso di impalmare (la novia Perugia). 
Se la madamoiselle lombarda dovesse respingere le "avances" ricevute, come potrebbe il tecnico di Fucecchio tornare sui suoi passi e convincere madamigella Perugia, che tutto tornerà come prima della, sia pure rapida, sbandata? 
Fuori dalla metafora: ecco perché il Perugia si sta guardando intorno e sta valutando i profili di alcuni allenatori (il più gettonato dei quali appare Moreno Longo, che gode della fiducia e dell'amicizia del ds Marco Giannitti col quale ha lavorato, con risultati brillanti, a Frosinone).
La fine di questo "flirt", che appariva ben avviato, si rivela come una sorta di "maledizione di Tutankhamon". Negli ultimi anni il club umbro non ha mai potuto far leva sulla continuità di un allenatore: Bucchi, Nesta, Caserta, ora Alvini hanno finito per scegliere altri lidi. Anche se, al tirar delle somme, l'aver interrotto la collaborazione con gli umbri non é che abbia regalato successi particolari neppure agli allenatori che avevano tentato altre vie, altre emozioni, altri percorsi. Ovviamente l'augurio per Alvini é che frantumi questa tendenza negativa.
Cosa si prospetta? Che Arvedi ed i suoi collaboratori (i Braida ed i Giacchetta) finiscano per versare un indennizzo (in denaro o con una contropartita tecnica, in giocatori) e che Santopadre ammorbidisca la sua posizione. Così ognuno andrà per la propria strada. Se invece il club lombardo dovesse optare diversamente scegliendo un altro tecnico, Alvini rischierebbe di rimanere con un manciata di sabbia in pugno. 
La situazione, comunque, starebbe evolvendo - sia pure lentamente - verso l'approdo di Alvini alla Cremonese. L'ambizione del tecnico di Fucecchio di allenare in A vanta buone possibilità di venire soddisfatta. Per lui, infatti, il salto nella massima categoria rappresenta una gratificazione essenziale: nel 2001 allenava il Signa in Promozione; poi il Quarrata in Eccellenza, quindi il Tuttocuoio in D, poi sempre il Tuttocuoio in Lega Pro, successivamente l'Albinoleffe in C e la Reggiana in B. I suoi passaggi da una categoria all'altra se li é sudati e guadagnati sul campo. Da caporale a generale, nel volgere di quattro lustri. Senza che nessuno gli regalasse nulla. Ora plana in A, dopo 22 anni di panchine (670, in tutto) e per lui é come atterrare nell'Eden. Che se lo goda. 
Perugia? Detto papale papale: morto un pontefice, se ne elegge un altro. La vita continua. 
 

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