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Questa è una mia breve dichiarazione di sabato 7 novembre, fuori del teatro Quirino di Roma, per l'esordio del gruppo parlamentare "Sinistra Italiana".
Il lavoro da fare non finisce qui. L'entusiasmo c'è, così come l'attesa.
Costruiamo il partito adesso, nei territori.

 

 

Un popolo che si è ritrovato.
Ci sembrava un azzardo quel teatro con i suoi oltre 800 posti e invece no. Siamo dovuti andare per strada a parlare con i tantissimi che non sono potuti entrare.
E questo è il segnale più bello per quello che abbiamo ancora da fare.

 

E però, voglio mettere in chiaro alcune cose:

1. Sinistra Italiana è il gruppo parlamentare unitario. E' un fatto politico rilevante, un punto di partenza, ma non è il partito.
2. Il partito dobbiamo costruirlo tutte e tutti insieme, a partire dal nome, da quello che vogliamo fare. E i parlamentari non bastano.
3. Non abbiamo alcuna intenzione di restare chiusi in nessun luogo: a gennaio andremo nei territori e inizieremo una grande discussione pubblica, anche con una piattaforma web;
4. Il partito che dobbiamo costruire ha un'ambizione: quella di governare, nei territori e nel paese, perché ha le idee chiare sulla crisi e sui disastri che si stanno compiendo. Ma non governare a qualunque costo;
5. La bussola è la lotta alle disuguaglianze, alla povertà, alla precarietà. Bisogna dare di più a chi ha niente o poco;
6. Il premio Nobel Joseph Stiglitz sarà il nostro consigliere economico. Questo ci dice che abbiamo enormi potenzialità;
7. Dal numero di attacchi ricevuti per tutto il giorno dall'apparato renziano, direi che siamo sulla strada giusta.

Abbiamo ancora molti passi da fare.
Ma non ci fermiamo più.

 

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