Sanità/Farina Coscioni getta il sasso e ritira la mano
PERUGIA - ''Prendo atto di quanto dichiara il direttore regionale della sanita', Paolo Di Loreto. Mi sono mossa come faccio sempre, di fronte a notizie apprese da organi di stampa ad un atto di sindacato ispettivo nell'ambito delle mie prerogative di parlamentare''. E' quanto afferma, in una nota, Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale e co-presidente dell'associazione Luca Coscioni, replicando alle dichiarazioni del direttore regionale della sanita'.
''La notizia relativa alla signora Di Prisco - prosegue - e' di due giorni fa. In due giorni non c'e' stata alcuna smentita o precisazione della questione, tra l'altro ripresa dagli organi di stampa. Il dottor Di Loreto interviene solo dopo il mio annuncio di presentazione di una interrogazione al ministro della Salute con richiesta di informazioni. Se alla signora Di Prisco viene assicurata la assistenza di cui ha diritto ne sono lieta''.
''Mi auguro - conclude - che il ministro vorra' in tempi brevi rispondere alla questione: deve o no pagare di tasca sua le prestazioni? La Asl di Salerno figura o no in una sorta di black list della Regione Umbria in quanto inadempiente per quel che riguarda i rimborsi? La questione e' tutta qui''.
In realtà nella sua precedente nota l’on. Farina Coscioni, che pare voglia ora trovare rifugio in una sorta di "immunità parlamentare" per cui un eletto alla Camera o al Senato può insultare chi vuole, non dovendone poi rispondere, non si limitava a chiedere informazioni sulla vicenda, che comunque il direttore Di Loreto afferma che gli erano già state fornite, bensì dava la cosa per avvenuta, usando espressioni pesanti del tipo: “non credo sia esagerato definire un vero e proprio attentato alla vita di un’incolpevole paziente gravemente malata”, chiamando a rispondere della cosa e il ministro e la Presidente della Regione. Ed ancora: “La paziente De Prisco è stata messa alla porta dal reparto di Oncologia dell’ospedale di Perugia dove era in trattamento chemioterapico perché –questa è stata la spiegazione– la regione Campania non paga i mille euro necessari per la sua terapia. La signora, affetta di tumore polmonare, se vuole continuare la terapia deve pagare di tasca sua; non solo: è stata costretta a fare ritorno a Salerno senza avere alcuna indicazione di centri di eccellenza alternativi dove recarsi”. E SI POTREBBE CONTINUARE ANCORA.
Per ultimo va considerato che la parlamentare radicale è stata anche smentita dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera perugina Walter Orlandi che ha assicurato: «Da noi la chemioterapia si può fare in qualsiasi momento», e da parte sua il direttore della struttura complessa di oncologia, Lucio Crinò, ha aggiunto: «Non è stato negato alcun trattamento, né interrotto alcun programma di terapia, né tanto meno è stato fatto alcun accenno a pagamenti diretti di cure o prestazioni sanitarie».
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