Fermiamo le stragi, riprendiamo per mano la pace: è sotto questo slogan che domani, domenica 15 ottobre, sindacati e associazioni di Perugia e dell’Umbria si sono dati appuntamento in piazza Italia alle ore 18.00 per una manifestazione che chiede lo stop immediato del conflitto tra Israele e Palestina e rilancia la soluzione dei due Stati per due popoli.
Moltissime le sigle che hanno dato la loro adesione, un elenco in continuo aggiornamento: Cgil Perugia / Cgil Umbria / Tavola della Pace/ Acli Umbria / Libera Umbria / Anpi provinciale Perugia / Legambiente Umbria / Casa dei Popoli Foligno/ Associazione culturale Umbrialeft / Sinistra italiana Umbria / Libertà e Giustizia circolo dell'Umbria / Udi Perugia/ Arci Perugia / Arci Umbria / Circolo primo maggio / Movimento 5 Stelle Umbria/ Partito della Rifondazione Comunista Umbria / Partito della Rifondazione Comunista Perugia / Fondazione Perugia Assisi per la cultura della pace / Anpi Marsciano / Coordinamento per la  pace Umbertide Montone Lisciano Niccone / Rete delle donne antiviolenza / Circolo Arci Subasio Foligno / Aned Umbria / Foligno in Comune / Foligno solidale / Cisl Umbria/ Donne in nero Perugia / Associazione culturale La Goccia / Encuentro / Coordinamento per la democrazia costituzionale / Circolo Arci Società Operaia di Magione/ Auser Perugia / Foligno 2030/ Associazione Smascherati! - Human Beings / Omphalos lgtbi / Anpi  Sezione Foligno "Franco Ciri “ / Omnes oltre i confini / La Sinistra per Perugia / Federconsumatori Provinciale di Perugia / Circolo Arci il Porco Rosso / Altra scuola Rete degli Studenti Medi Umbria / Sinistra Universitaria Udu Perugia / Rifondazione comunista Terni / Associazione Nuove Ri-Generazioni Umbria / Asi Cuba Umbria / Partito democratico dell'Umbria / Giovani democratici dell’Umbria / Uil Umbria / Corrente Umbertide /Articolo21/Bella Ciao Terni (in aggiornamento)
L’appello per la pace
"Condanniamo l’ignobile e brutale atto di aggressione di Hamas contro la popolazione civile Israeliana, contro anziani, bambini, donne, in spregio di ogni elementare senso di umanità e di civiltà, alla quale si è aggiunta la barbara pratica della presa di ostaggi. Siamo di fronte alla violazione di tutti i trattati e le convenzioni internazionali, volti a salvaguardare le popolazioni civili dalle guerre e da ogni forma di occupazione.
Non vi è giustificazione alcuna per l’operato di Hamas, neppure la disperazione e l’esasperazione del popolo Palestinese, vittima da decenni dell’occupazione, della restrizione delle libertà, della demolizione delle case, dell'espropriazione dei terreni e delle continue provocazioni delle frange radicali della destra israeliana e dei coloni può trovare una risposta nell’azione terroristica e militare.
La nostra condanna contro ogni forma di violenza, di aggressione e di rappresaglia contro la popolazione civile, sia Palestinese, sia Israeliana è assoluta.
Hamas deve immediatamente rilasciare gli ostaggi e cessare le ostilità per il bene del popolo palestinese.
Israele non deve reagire con la sua potenza militare contro la popolazione della Striscia di Gaza o usare metodi di rappresaglia come togliere cibo, luce, acqua ad una popolazione anch’essa ostaggio della violenza scatenata da Hamas, senza vie di fuga ed impossibilitata a proteggere le famiglie, i bambini e gli anziani.
Il 7 ottobre segna una radicale svolta militare, di guerra, che porterà nuove vittime e nuovo odio senza risolvere le cause che, da quasi un secolo, travolgono la popolazione e la terra di Palestina e d’Israele. E’ evidente per di più il rischio imponderabile del conflitto che potrebbe travolgere il Medio Oriente.
Solo con il rifiuto della guerra e della violenza possiamo tutti impegnarci per costruire giustizia, rispetto per i diritti di autodeterminazione delle due popolazioni, riparazione, convivenza, pace giusta e duratura.
Ci appelliamo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite affinché assuma la propria responsabilità di organo garante del diritto internazionale chiedendo alle parti l’immediato cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri, il rispetto del diritto umanitario per evitare ulteriore spargimento di sangue, con l’impegno di convocare, con urgenza, una Conferenza di pace che risolva, finalmente, la questione Palestinese applicando la formula dei “due Stati per i due Popoli”, condizione che porrebbe fine all’occupazione Israeliana ed alla resistenza armata Palestinese, ristabilendo così le condizioni per la costruzione di società pacifiche e democratiche.
Noi, come componenti della società civile italiana ed internazionale, siamo pronti a fare la nostra parte per sostenere il cammino della pace ed invitiamo le autonomie sociali Palestinesi ed Israeliane a schierarsi chiaramente per la fine della violenza, per il rispetto reciproco e per il reciproco diritto di vivere in pace e liberamente nel proprio stato.
Per questo lanciamo un appello alle associazioni e movimenti Palestinesi ed Israeliani a manifestare insieme, in Terra Santa, sfidando chi invece vuole distruggere con la violenza, con l’aggressione, con l’occupazione e l'assedio, il diritto dell’altro, la possibilità della convivenza e di un futuro di pace e di benessere per tutto il Medio Oriente.
Riprendiamo per mano la pace.
 

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