Un altro militare italiano morto in Afghanistan, altri 4 gravemente feriti
ROMA - Un militare italiano e' morto e altri quattro sono rimasti feriti nell'ovest dell'Afghanistan. Lo apprende l'ANSA da fonti qualificate.
I militari italiani, del quinto Reggimento Alpini di Vipiteno, erano a bordo di un veicolo blindato Lince che e' saltanto su un ordigno improvvisato. L'attentato e' avvenuto nel corso di un pattugliamento nella zona di Shindand. Il soccorso ai feriti, tutti gravi, e' in corso.
E' il tenente Massimo Ranzani, 37 anni, alla seconda missione in Afghanistan, il militare rimasto ucciso, la dinamica è stata così ricostruita in una nota dello Stato Maggiore della difesa:
“Alle 12.45, ora locale, a 25 chilometri a Nord di Shindad l'esplosione di un ordigno improvvisato (IED) ha coinvolto un veicolo blindato Lince della Task Force Center, del 5° Reggimento Alpini. La pattuglia rientrava da un'operazione di assistenza medica alla popolazione locale.
L'utilizzo di IED, nonostante gli importanti progressi svolti da ISAF per contrastarne la minaccia, rappresenta una delle modalita' di azione tra quelle utilizzate dagli 'insurgent' e, nel 30% dei casi, colpisce vittime civili.
Le forze di sicurezza ISAF svolgono una continua attivita' per prevenire questo genere di minaccia al fine di migliorare le condizioni di sicurezza e garantire uno sviluppo sociale ed economico della regione”.
Lo stesso Stato Maggiore della Difesa ha anche reso noto che i quattro militari che viaggiavano nel Lince assieme al tenente Ranzani sono ''gravemente feriti''. Sono stati evacuati presso l'ospedale militare (Role 2) della base 'Shaft' di Shindand, sede del comando della Task force centre.
L'esplosione ha colpito il terzo mezzo di una pattuglia che rientrava da un'attivita' di assistenza medica congiunta con le forze afgane”.
Sono 37 i militari italiani morti in Afghanistan
Con il militare ucciso oggi a Shindand - il secondo morto del 2011 - salgono a 37 le vittime italiane dall'inizio della missione Isaf in Afghanistan, nel 2004. Di questi, la maggioranza e' rimasta vittima di attentati e scontri a fuoco, altri invece sono morti in incidenti, alcuni anche per malore ed uno si e' suicidato. Il 2010 e' stato fino ad oggi l'anno piu' sanguinoso, con 13 vittime. Ecco i nomi dei militari italiani morti dal 2004 ad oggi: Caporal maggiore GIOVANNI BRUNO - 3 ottobre 2004 Capitano di fregata BRUNO VIANINI - 3 febbraio 2005 Caporal maggiore capo MICHELE SANFILIPPO - 11 ottobre 2005 Tenente MANUEL FIORITO e maresciallo LUCA POLSINELLI - 5 maggio 2006 Tenente colonnello CARLO LIGUORI - 2 luglio 2006 Caporal maggiore GIUSEPPE ORLANDO - 20 settembre 2006 Caporal maggiori GIORGIO LANGELLA e VINCENZO CARDELLA - 26 settembre 2006 Agente Sismi LORENZO D'AURIA - 24 settembre 2007 Maresciallo capo DANIELE PALADINI - 24 novembre 2007 Maresciallo GIOVANNI PEZZULO - 13 febbraio 2008 Caporal maggiore ALESSANDRO CAROPPO - 21 settembre 2008 Maresciallo ARNALDO FORCUCCI - 15 gennaio 2009 Caporal maggiore ALESSANDRO DI LISIO - 14 luglio Tenente ANTONIO FORTUNATO, Sergente Maggiore ROBERTO VALENTE, Primo caporal maggiore MATTEO MUREDDU, Primo Caporal Maggiore GIANDOMENICO PISTONAMI, Primo Caporal Maggiore MASSIMILIANO RANDINO, Primo Caporal Maggiore DAVIDE RICCHIUTO - 17 settembre 2009 Caporal maggiore ROSARIO PONZIANO - 15 ottobre 2009 Agente Aise PIETRO ANTONIO COLAZZO - 26 febbraio 2010 Sergente MASSIMILIANO RAMADU' e caporalmaggiore LUIGI PASCAZIO - 17 maggio 2010 Caporal maggiore scelto FRANCESCO SAVERIO POSITANO - 23 giugno 2010 Capitano MARCO CALLEGARO - 25 luglio 2010 Primo maresciallo MAURO GIGLI e caporal maggiore capo PIERDAVIDE DE CILLIS - 28 luglio 2010 Tenente ALESSANDRO ROMANI - 17 settembre 2010. Primo caporal maggiore GIANMARCO MANCA, Primo caporal maggiore FRANCESCO VANNOZZI, Primo caporal maggiore SEBASTIANO VILLE, Caporal maggiore MARCO PEDONE - 9 ottobre 2010 Caporal maggiore MATTEO MIOTTO - 31 dicembre 2010 Caporal maggiore LUCA SANNA - 18 gennaio 2011 Tenente Massimo Ranzani - 28 febbraio 2011.

Lunedì
28/02/11
14:40
Quel lungo elenco di morti lo dobbiamo al governo e a tutti coloro che hanno approvato l'entrata in guerra.
Una guerra che non si doveva fare, purtroppo abbiamo compiaciuto le richieste USA e ora ci costa un prezzo altissimo sia dal punto di vista economico.
Il costo delle vite umane è elevato, ma considerata la condizione, di guerra, e la sua durata, non si può non rilevare che i morti sono infinitamente inferiori di numero ai caduti sul lavoro.
Per questi caduti non ci sono nè cerimonie nè minuti di silenzio e neppure condanne penali.
Eppure il lavoro degli operai che cadono, a causa della famelicità dei datori di lavoro, è infinitamente più produttivo delle guerre che combattiamo lontano dall'Italia per l'interesse di pochi massacrando popolazioni che difendono la loro cultura e la loro civiltà
Lunedì
28/02/11
17:36
Io sarei molto più cauto nell'affronare certi argomenti visto che comunque producono dolore e disperazione.
Volendo parlare di guerra e di lavoro, di soldati e di operai, di morti ammazzati e di morti bianche, concentrerei la mia riflessione sugli ingenti interessi che ruotano intorno alla produzione e al commercio delle armi.
E da qui che bisogna partire. Basterebbe infatti far cessare la produzioni di armi e si fermerebbe, conseguentemente, il commercio e l'uso di queste. Così le guerre non si potrebbero più fare.
Se ci si crede veramente, cominciamo allora ad occupare la fabbrica ministeriale che sta a Baiano di Spoleto e sputtaniamo tutti quei parlamentari pacifisti che sfilano da Perugia ad Assisi, in nome della pace, e che fanno interpellanze per chiedere il potenziamento della fabbrica d'armi e l'aumento della prroduzione di mine e bombe a mano.
Non sono da meno neppure le organizzazioni sindacali che, in nome della salvaguardia dei posti di lavoro, invitano i parlamentari, di destra e di sinistra, a fare interrogazioni che alla fine aumentano l'occupazione dei "becchini".
Basterebbe fare una veloce ricerca sugli atti di sindacato ispettivo di camera e senato e vedere che bei pacifisti che ci sono in Regione.