Il dialogo interreligioso a Perugia, un’esperienza d’eccellenza
Perugia si conferma terra naturalmente portata al dialogo ed al confronto fra tradizioni religiose e culturali differenti, nella quale anche la convivenza fra le diverse comunità di fede risente positivamente dello “spirito di Assisi” e della grande tradizione di fraternità e reciproco riconoscimento proprio della storia di questa terra. E’ quanto emerge dalla ricerca presentata ieri nel Salone Bruschi della Prefettura nel corso del convegno “Il dialogo interreligioso, una risorsa per la coesione sociale”, nell’ambito di un progetto nazionale di promozione del dialogo interreligioso promosso dal Ministero dell’Interno e finanziato dal Fondo Europeo per l’Integrazione dei Paesi terzi.
Al convegno erano presenti, tra gli altri, il Vice Presidente della Regione Umbria, Carla Casciari, l’Assessore provinciale alle politiche di coordinamento degli enti locali per la pace, Domenico De Marinis, e l’Assessore comunale ai beni culturali Giovanni Tarantini, che hanno portato il saluto delle rispettive amministrazioni.
L’incontro è stato introdotto dal Vice Prefetto Vicario, Silvana Tizzano, la quale ha sottolineato “il valore che le istituzioni riconoscono al dialogo interreligioso come leva in grado di ‘creare ponti’ fra i popoli e, quindi, favorire l’integrazione degli immigrati consentendo, attraverso una serena convivenza nelle diversità, il raggiungimento di più elevati livelli di coesione sociale”.
Marina Nelli, della Direzione Centrale per gli Affari dei Culti del Ministero dell’Interno, ha spiegato le origini e le finalità del progetto nazionale nel cui ambito è stata realizzata la ricerca, mentre a Cristina Papa dell’Università di Perugia e Marco Pucciarini dell’Istituto Teologico di Assisi è toccato il compito di contestualizzare dal punto di vista antropologico e storico il tema del dialogo interreligioso nella specifica realtà sociale umbra.
I risultati della ricerca sul campo, realizzata attraverso la somministrazione di questionari ai referenti delle varie comunità religiose ed interviste più ampie ed approfondite ad alcuni “testimoni privilegiati”, sono stati illustrati dai curatori Franco Pittau e Luca Di Sciullo, del Centro Studi Ricerche IDOS, che hanno evidenziato i fattori di eccellenza dell’esperienza umbra ed anche alcune limitate criticità emerse dall’indagine, queste ultime riassumibili in un’ancor limitata partecipazione “di base” alle numerose iniziative di incontro e dialogo organizzate sul territorio.
E’ seguito un ampio ed articolato dibattito nel corso del quale sono intervenuti, fra gli altri, don Elio Bromuri (direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso di Perugia-Città della Pieve), Mario Ballarani della Comunità Bahá’í, Benedetta Rinaldi della Cooperativa Alisei, Rossana Battista dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai e Anna Vizioli della Chiesa Evangelica Valdese. Fra i temi sollevati nel corso del dibattito, l’ipotesi di creazione di spazi comuni di preghiera ed incontro per le varie comunità religiose, la conoscenza dei culti della morte, l’educazione scolastica alla diversità religiosa, le difficoltà di localizzazione delle moschee per il culto islamico, le nuove forme di aggregazione e pratica religiosa degli stranieri di seconda generazione.

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