PERUGIA - “Bene culturale non è solo tutela e valorizzazione ma importante fattore di sviluppo economico”. Con questa premessa l’Assessore alla Cultura della Regione Umbria Fabrizio Bracco ha introdotto l’incontro de “I Giovedì della Capitale” che si inserisce nella quattro giorni di festa dell’Europa (9-12 Maggio 2013).

Il terzo degli appuntamenti del ciclo cultura, economia, sviluppo e territorio, una serie di dibattiti di approfondimento sul progetto di candidatura di Perugia a Capitale Europea della Cultura 2019, con Assisi e l'Umbria intorno, che hanno lo scopo di fornire spunti, riflessioni e esperienze attorno alla capacità della cultura e delle industrie creative di incidere positivamente nello sviluppo e nella crescita del territorio. L’incontro si è tenuto al Cerp della Rocca Paolina di Perugia e curato dalla Fondazione Perugiassisi 2019. Titolo: “La cultura come sistema di sistemi: cluster, distretti e reti culturali”

Fabrizio Bracco ha ricordato che “alla base di questi incontri c’è il filo conduttore della candidatura, una scelta strategica che mira al cambiamento degli assi di sviluppo, individuandone nella cultura finalità imprenditoriali”. Nello sforzo di voler riorganizzare il sistema culturale che miri dunque a potenziare il fattore cultura come volano per l’economia territoriale preziosi sono i suggerimenti e le testimonianze di ospiti quali Alessandro Hinna dell’ Università degli Studi Tor Vergata di Roma; Alessandro Rubini della Fondazione Cariplo, Progetto Distretti Cultural e Chiara Sbarigia, Segretario Generale dell’Associazione Produttori Televisivi (APT) per Confindustria Cultura Italia.

L’incontrosi è focalizzato sulle forme di integrazione e collaborazione tra soggetti che operano nel settore culturale e delle industrie creative, considerando i modelli evoluti e strutturati, come i distretti culturali e la presenza di cluster creativi su un territorio ma anche e soprattutto i meccanismi che conducono a forme di sistema tra imprese culturali. Quindi reti, integrazioni della filiera, modelli cooperativi, coproduzioni.

L’intervento di Hinna si è concentrato sull’importanza dell’integrazione tra le filiere del patrimonio comunicazione e conservazione dei beni culturali e sulla necessità di creare spazi dove più attori possano gestire una progettualità in una sinergia pubblico/privato. Proprio in una logica di un «patrimonio culturale come bene comune» - e, quindi, di un patrimonio che di per sé non è né “del pubblico”, né «del privato» ma, appunto, di “tutti” - dovrebbero essere pensate le nuove forme di equilibrio e collaborazione tra soggetti pubblici e privati, inaugurando prassi e metodi gestionali non più appartenenti né alla logica pubblicistica tipica della delega gestionale allo Stato, né a quella privatistica strettamente orientata alla congrua remunerazione del capitale investi

Dei distretti culturali come esempio di “valorizzazione dei territori intergrata con diversi attori sociali” e dell’importanza di coinvolgere la comunità ha parlato Alessandro Rubini, portando come esempio le esperienze di due dei sei distretti culturali lombardi, progetti promossi dalla Fondazione Cariplo: Cremona, che partendo dal brand di “città della liuteria” il cui appeal si stava via via perdendo è riuscita a diventare patrimonio dell’Unesco; e la Valtellina che da “non luogo” si è trasformata in luogo strategico di congiungimento attraverso un recupero identitario e di immagine del territorio.

L’intervento di Chiara Sbarigia ha messo in luce l'importanza delle industrie creative, che in periodo di crisi hanno comunque tenuto sull'occupazione, nella relazione col territorio, citando come esempio l'apporto che la localizzazione di produzioni televisive di fiction possono conferire alla visibilità dei territori e ai flussi economici e turistici. Ha poi aggiunto come l'investimento nella generazione di nuove realtà che uniscono la cultura con la creatività e la capacità di favorire la cooperazione tra queste sia un aspetto su cui insistere.

                     

 

Conduce: Bruno Bracalente, Presidente Fondazione Perugiassisi 2019.

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