Subito l’apertura dei centri antiviolenze al Trasimeno
“Subito l’apertura dei centri antiviolenza al Trasimeno” è la richiesta emersa dall’incontro promosso dal coordinamento donne del Trasimeno sul tema “Intrecciamo i nostri saperi… per dire basta alla violenza” che si è tenuto a Magione lo scorso 3 maggio.
Tanti gli interventi che si sono succeduti nell’affollatissimo incontro che ha visto la presenza dei sindaci di Magione, Massimo Alunni Proietti e Città della Pieve, Riccardo Manganello, del Capitano Marcello Sardu, Carabinieri di Città della Pieve; del direttore sanitario ASL UMBRIA1 Distretto del Trasimeno, Simonetta Simonetti, del presidente Centro Pari Opportunità, Daniela Albanesi, della consigliera regionale Pari Opportunità, Elena Tiracorrendo.
Inquietanti i numeri delle violenze (fisiche, psicologiche, economiche e sessuali) sulle donne raccolte dal Telefono Rosa e di cui ha dato conto la dottoressa Daniela Albanesi. «Da gennaio 2013 sono già 257 le denunce arrivate. Non pensiamo a un aumento dei casi di violenza - ha spiegato la presidente del Centro Pari Opportunità – ma a un maggior coraggio nella denuncia.». «Una denuncia che vede sempre coinvolti compagni o mariti; che arriva, in media, dopo sei-sette anni di violenze con donne che hanno perso ogni identità, la totale autostima e ogni capacità di ribellarsi.».
«L’incontro - come ha spiegato l’assessore del Comune di Magione Monica Paparelli – si è posto due obiettivi principali: da una parte rafforzare la rete di collaborazione tra Enti, associazioni di volontariato, Forze dell’ordine, scuola, liberi professionisti, quali medici e avvocati, con cui firmare dei protocolli per costruire una fitta rete di collaborazione. Il secondo obiettivo è finanziario. Tutti i servizi costano, per cui è indispensabile che si pensi a come trovare delle risorse affinché questi progetti diventino realtà. Esiste un progetto regionale in cui siamo inseriti, spetta alle amministrazioni prendere un impegno economico al riguardo».
La dottoressa Simonetta Simonetti, ASL UMBRIA1, ha posto l’attenzione sulla necessità di corsi che consentano di avere un approccio univoco al problema «Un problema molto complesso – ha dichiarato – che richiede percorsi condivisi e certi tra tutti i soggetti coinvolti, con formazioni specifiche che consentano di accompagnare le donne dalla segnalazione delle violenze all’uscita da queste. Possibili interventi di promozione alla salute anche attraverso protocolli con le scuole rivolte all’educazione socio-affettiva.»
La Consiglierà di Parità della Regione Umbria, Elena Tiracorrendo, nel ricordare che il ruolo di questa figura istituzionale è quello di garantire che in ambito lavorativo non esistano casi di discriminazione, ha rilevato come l’attuale legislazione consente un maggior margine di tutela in ambito lavorativo nei casi di discriminazione e o di stalking.
Alla consigliera di parità è dato potere, laddove venga certificato un caso di discriminazione, di intervenire e, in caso di accusa certificata, spetta al datore di lavoro dimostrare, in via giudiziaria, che l’accusa non esiste ribaltando una modalità precedente.
Il Comandante Marcello Sardu ha posto l’accento sulle modifiche legislative che consentono, oggi, di poter meglio intervenire in casi di violenza ma ha evidenziato la difficoltà delle donne a rivolgersi alle Forze dell’ordine perché, spesso, trovano figure non adeguatamente formate ad affrontare questa delicata problematica. «Per questo negli ultimi anni – ha fatto sapere – le Forze dell’Ordine stanno seguendo corsi di formazione che consentano un competente approccio davanti a donne che sono psicologicamente in stato di sottomissione e spaventate.»
L’incontro si è chiuso con l’intervento del sindaco di Città della Pieve, Riccardo Manganello che ha posto l’accento sulla necessità di trovare i fondi anche attraverso un impegno personale. «Abbiamo un’associazione – ha dichiarato Manganello riferendosi all’Accademia Pietro Vannucci – che, oltre ad aver stimolato azioni su questa tematica, ha messo a disposizione la propria sede, per cui sarà nostro dovere cercare i fondi per far aprire i due Centri antiviolenza.»
All’incontro, oltre numerosi cittadini, sono intervenuti il presidente dell’AVIS Magione, Matteo Giannetti, la referente del Progetto Donna, Andreina Panico; la presidente dell’Accademia Pietro Vannucci, Marcella Binaretti; medici dell’ASL, avvocati impegnati nel volontariato, la referente dello Sportello Arcobaleno, le consigliere del Comune di Magione Giuliana Orecchini, coordinatrice delle donne del PD tra le promotrici dell’iniziativa, Giancarla Sordi, Elisa Pietropaoli e Cristina Tufo.

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