PERUGIA - 16 gruppi, 112 studenti che offriranno le loro idee per rimettere in vita un luogo a suo modo simbolico della città che si candida a Capitale europea della cultura per il 2019. È stato presentato nell'aula magna della Facoltà di Ingegneria di Perugia il workshop-concorso di idee riservato agli studenti di 16 atenei italiani, che s’inserisce nell’ambito del progetto di ricerca universitario “Kultur-Fabrik-Perugia” volto alla riqualificazione e alla rivitalizzazione del centro storico di Perugia.

 

Il progetto, che si pregia della condivisione e del sostegno di una cordata di soggetti istituzionali (ANCE Umbria; Camera di Commercio di Perugia; Comune di Perugia; Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Perugia), è espressione del sodalizio tra un’équipe dell’Università degli Studi di Perugia e la Fondazione Perugiassisi 2019.

 

Presenti alla conferenza stampa il Prof. Vittorio Gusella, presidente dell'intercorso di laurea in Ingegneria civile, il Prof. Paolo Belardi, responsabile scientifico del progetto di ricerca Kultur-Fabrik-Perugia, il Prof. Luca Ferrucci, responsabile della Fondazione Perugiassisi 2019 del settore Analisi e animazione del contesto territoriale.

 

Un progetto simbolico, che si propone di ipotizzare possibili strategie di riqualificazione e di rivitalizzazione del centro storico di Perugia promuovendo al contempo il dialogo culturale e l’internazionalizzazione della cultura. In virtù della candidatura di Perugia, con Assisi e l’Umbria, a Capitale Europea della Cultura per l’anno 2019, il comitato scientifico della Fondazione ha individuato nell’ex carcere maschile di piazza Partigiani il luogo-simbolo della città, eleggendolo a vera e propria bandiera della candidatura stessa. Un’occasione per pensare a spazi culturali e ricreativi fatti dai giovani e a misura dei giovani e per poter consentire di riscoprire la bellezza di un centro storico in linea con le esigenze che il cambiamento economico ci impone e dove è sempre più urgente il bisogno di rinnovamento radicale della sua base imprenditoriale.

 

“La Fondazione ha condiviso sin dall’inizio il progetto perché rappresenta una sfida che coinvolge tutto il territorio regionale non solo come occasione di una molteplicità di eventi culturali ma di rigenerazione del tessuto urbano partendo dal centro storico” – ha detto Luca Ferrucci – “l’intento guida è mettere al centro la cultura per valorizzare i giovani attraverso un'economia urbana da ricostruire. La riqualificazione dell'ex carcere è un tassello fondamentale in questo mosaico”.

 

Come è stato sottolineato in conferenza stampa “in quest’ottica un contenitore importante non utilizzato ormai da molti anni, come è l’ex carcere di piazza Partigiani, è un PIL potenziale per l'economia cittadina, per i giovani che vogliono fare imprese nel mondo culturale in quanto non c'è bisogno di grandi spazi” ha aggiunto Ferrucci “queste officine della creatività non hanno bisogno di grandi spazi ma di grandi intelligenze”.

 

L’edificio, realizzato tra il 1865 e il 1870 sulle macerie della Rocca Paolina e progettato da Giuseppe Polani (autore anche dell’imponente struttura carceraria torinese “Le Nuove”), presenta caratteristiche tipologiche proprie delle strutture di reclusione e segregazione, con pianta panottica a quattro bracci e schema cellulare comprendente quasi 350 unità. La struttura carceraria non è più funzionante da molti anni e nel tempo sono state avanzate numerose e alterne ipotesi sulle sue sorti. Il carcere simbolicamente rappresenta anche quei giovani che si sono persi per strada e per i quali si intende ripartire proprio da quel luogo, inteso non solo come spazio per attività imprenditoriale ma anche per offrire la possibilità di esercitare altre professioni.

 

Il workshop-concorso a livello universitario è volto ad aprire e alimentare il dibattito cittadino su questo specifico tema. Ipotizzando all’interno del carcere una “officina creativa”, i 16 atenei coinvolti (Ancona, Bari, Basilicata, Bologna, Camerino, Chieti-Pescara, Firenze, Napoli Sun, Palermo, Parma, Pavia, Reggio Calabria, Roma Sapienza, Roma Tor Vergata, Trento, Venezia) produrranno idee per la rigenerazione e la riconversione che prevedano la trasformazione dello spazio da luogo di segregazioni a punto strategico dedicato ai giovani. Un luogo che possa rispondere ad esigenze concrete che vadano dalla formazione allo svago, dall’arte alla cultura alla scienza elevando Perugia a città di “dimensione europea”.

 

“L’importanza del progetto è anche rappresentata dalla possibilità che si dà agli studenti universitari di applicare quello che stanno studiando collegandolo al territorio e perché mette in moto uno scambio culturale tra i diversi atenei” ha aggiunto Vittorio Gusella.

 

“Il nostro motto è ‘conservare il massimo innovando alla massima potenza’” ha infine sottolineato Paolo Belardi, secondo il quale “i centri storici sono le componenti più ‘sostenibili’ del nostro territorio perché hanno trasformato piuttosto che demolito e ricostruito”. “È su questa idea semplice” – ha aggiunto – “che abbiamo pensato di promuovere il progetto interpellando i giovani, al lavoro già da due mesi. Il tutto ha come interlocutore principale il Comune di Perugia, nella persona dell’ingegnere architetto Enrico Antinoro, che tra l’altro fa parte della commissione giudicatrice”.

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