»Dal 30/4 al 8/5

Effetti Collaterali

 

Regia: Steven Soderbergh

Genere: Drammatico, Thriller

Spett. ore 18.30 - 21.15

Int. €5,50 - Rid. €4,50

 

Titolo originale: Side Effects

Nazione: U.S.A.

Anno: 2013

Durata: 108'

Cast: Channing Tatum, Jude Law, Rooney Mara, Catherine Zeta-Jones, Vinessa Shaw, Mamie Gummer, David Costabile, Greg Paul, Andrea Bogart, Kerry O'Malley

Produzione: 1984 Private Defense Contractors, Di Bonaventura Pictures, Endgame Entertainment

Distribuzione: M2 Pictures

Data di uscita: Berlino 2013

 

Trama:

Una giovane donna (Rooney Mara) rincontra suo marito (Channing Tatum) che è appena stato rilasciato dal carcere dopo una reclusione durata quattro anni. La ragazza, però, sta affrontando una situazione psicologica molto delicata che la porterà a tentare il suicidio e affondare spesso nella depressione. Decide di seguire uno psichiatra, che le prescrive delle pillole antidepressive. Queste però hanno degli effetti imprevedibili sulla ragazza che un giorno, in uno stato di narcolessia, uccide il ragazzo con un coltello da cucina... Nella prima parte, quando introduce i personaggi e l’atmosfera, il film di Soderbergh funziona davvero: con un tocco pulito e preciso, il regista azzecca tempistica e tono e sembra volerci proporre una storia in cui il senso delle responsabilità e la ricerca di un colpevole &morale& si lega con il thriller a carattere psicologico. I personaggi di Jude Law e Rooney Mara, in particolare, mostrano fin da subito un’alchimia e una compatibilità notevoli e ci introducono in un contesto avvolto dal sospetto e da un continuo senso di angoscia. Una fotografia dai colori caldi, ma molto geometrica e studiata contribuisce, inoltre, all’efficacia dell’atmosfera. Poi, la storia prende una piega più canonica e decisamente meno stimolante e Soderbergh decide di percorrere la strada del puro thriller, sacrificando la possibilità di raccontare una vicenda di ossessione che potesse proporre interrogativi morali e parlare trasversalmente, e trasformando così la sua opera in un thriller tipicamente americano nello sviluppo narrativo e nella tendenza alla semplificazione. Quanto c’era di buono e di stimolante nella prima parte perde progressivamente la sua forza, così da portare il film su binari più sicuri, su un campo già testato che ha le sue ferree regole da rispettare. Alla fine si ha quindi un thriller indubbiamente ben confezionato, ben recitato e formalmente solido e coerente, che, però, decidendo di non rischiare e ridimensionando le sue ambizioni, perde l’occasione di trasformarsi in qualcosa di davvero incisivo.

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