Festival internazionale del Giornalismo:Calcio e giornalismo nel terzo millennio
di Michele Mencaroni
PERUGIA - Anche un po’ di calcio al Festival del giornalismo. Chiaramente, non calcio giocato ma calcio “scritto e raccontato”. Ad intervenire in merito sono stati Mario Sconcerti del Corriere della Sera, Gianluca Di Marzio di Sky sport, Pierluigi Pardo di Sport Mediaset, Gianni Valenti, vicedirettore vicario de La Gazzetta dello Sport e John Foot, docente allo University College London. Quest’ultimo ha subito reso noto il motivo conduttore dell’incontro, ovvero come l’innovazione tecnologica ha influenzato e, in un certo senso, modificato il giornalismo sportivo. Il cambiamento è ben visibile: una volta per ascoltare la partita si accendeva la radio o ci si rifugiava nei bar. Oggi si preferisce lo “streaming” ed intorno al calcio è così nato tutto un mondo, un vero e proprio business, che, talvolta, fa addirittura passare l’incontro in secondo piano. Mario Sconcerti, invece, non vede né internet né i social network apportatori di un cambiamento così rivoluzionario come quello portato a suo tempo dalla televisione. Molto significative le sue parole: “ Prima il calcio era uno spettacolo cieco, quasi misterioso. Un giornalista del calibro di Gianni Brera giocava proprio sul fatto che era solo lui ad assistere all’evento. Ora, attraverso la televisione, sono tutti spettatori; di conseguenza anche la gente è diventata più esperta”. Di idee diametralmente opposte è il vicedirettore de La Gazzetta dello Sport Valenti.
Il giornalista di oggi, infatti, non può più limitarsi alla ricerca della notizia, ma deve essere in grado di produrre filmati e spedirli immediatamente, deve saper utilizzare abilmente internet. Insomma non può prescindere dall’adeguarsi allo sviluppo tecnologico. Quello che più sembra aver risentito dell’avvento dei social network è il giornalista di Sky ed esperto di calciomercato, Gianluca di Marzio. Ed è stato ben comprensibile dal suo intervento. “Prima ero sicuro che una notizia sarebbe rimasta segreta per sei/sette ore, ed ero io a scegliere quando renderla nota. Ora per precedere gli altri, devo anche rischiare perché non ho più il tempo necessario per verificare l’attendibilità della fonte. E’ proprio questa la grande potenza di Twitter: una notizia fa il giro del mondo in pochi secondi”. Proseguendo sul tema di Twitter, tutti gli aspiranti giornalisti presenti alla Sala dei Notari sono stati invitati da Sconcerti ad utilizzarlo con cautela. Sostiene infatti che un social network è solamente un mezzo, e che, nel caso specifico di Twitter, tra l’altro, manca pure di controllo. La cosa fondamentale, ribadisce il famoso giornalista, è lo studio attento e la ricerca della notizia e in questo ogni giornalista deve essere sincero e reale. Lo stesso argomento è stato ripreso ed ampliato da Foot che afferma che Twitter è un mezzo, ma è comunque divenuto uno strumento fondamentale. Tuttavia la verifica rimane sempre imprescindibile poiché “Sui social Network trovi dei commenti che per la strada sarebbero solamente pensati”. Durante l’incontro è stato riservato anche uno spazio per il tema dei giornalisti tifosi. Pardo ha sostenuto al riguardo che si dovrebbe mantenere sempre una assoluta professionalità ed evitare di dichiarare la squadra per la quale si fa il tifo. L’ospite inglese sostiene inoltre che il giornalista deve necessariamente distinguersi dal tifoso, anzi questa metamorfosi è pericolosa perché un tifoso, essendo tale, vede la realtà come vuole lui e come fa più comodo alla sua squadra, e perciò non permette la “pulizia del sistema”.

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