di Giampaolo Ceci

Ci sono dei principi che in una società civile debbono trovare tutti d'accordo. Non ci possono essere principi "giusti" o "sbagliati" a seconda del soggetto a cui sono rivolti.

Mi riferisco ai principi che rendono gli uomini diversi dagli animali, quali i diritti umani, la dignità e il rispetto che si deve a tutti per il solo fatto di esistere e anche al rispetto per le idee di ciascuno qualunque esse siano.
Ci sono sul nostro pianeta concezioni diverse sul senso della vita che si riflettono nelle diverse religioni ed ideologie, ma tutte si fondano su principi etici. Alcuni raccapriccianti, ma pur sempre determinati da ragionamenti logici seppure per le loro premesse, a volte giungono a conclusioni aberranti o semplicemente non condivisibili.
Tutti si prefiggono la equità e la giustizia, seppure con sfaccettature diverse che risentono delle ideologie da cui derivano.
Direi di più: è proprio sulla valutazione delle conclusioni a cui i principi conducono che si deduce il giudizio sulla loro eticità.
Perché questa premessa? perché appare a tutte le persone di medio buon senso che ciò che sta accadendo a Berlusconi in questi ultimi 20 anni è anomalo, anzi ha oggettivamente dell'incredibile.
Appare sempre più nitidamente che al Berlusca la Magistratura sta usando dei trattamenti "di riguardo".
Sembra sempre più che la giustizia non usi lo stesso metro per tutti e quindi non vi sia una giustizia uguale per tutti. Non dico che la magistratura stia sbagliando a perseguire i reati ma solo che pare non usi lo stesso scassato e sgangherato metro per tutti.
Questa invadenza pesante e persistente di un potere dello Stato, se fosse vero, sarebbe un fatto grave per la nostra "democrazia".
Non sarebbe tollerabile che parti organizzate della magistratura tentino impunemente di sovvertire le regole e il risultato di elezioni che per definizione dovrebbero essere libere.
Sia la destra che la sinistra dovrebbero prendere atto di questo pericolo per tutti e prendere provvedimenti per eliminare ogni sospetto di illecita macchinazione.
Stiamo parlando di un principio di giustizia che deve essere condiviso da tutti gli schieramenti politici perché va oltre il caso singolo e diviene generale.
Se così non fosse bisognerebbe dedurne che per alcune forze politiche ciò che sta avvenendo in Italia al leader di una forza politica sia "Normale" e quindi che sarebbe normale anche se capitasse ad altri magari vicini alle forze che oggi non ne sono toccate.
Se non si varano delle regole chiare e la strategia giudiziaria avesse la meglio, la prossima volta un giudice di destra potrebbe pensare di applicare pretestuosamente la stessa tecnica per inquisire un sindacalista scomodo o a un leader della sinistra. Reintrodurre il principio costituzionale della immunità parlamentare? varare una legge che sospende i procedimenti fino al decadimento della carica istituzionale? non saprei, ma si faccia qualche cosa. E' compito della politica risolvere questi problemi, a meno che miopemente  non li si voglia ritenere tali, o peggio non si voglia risolverli per mero tornaconto elettorale.
Oggettivamente appaiono strane le decine di accuse ad un leader dopo la sue entrata in campo; strane le migliaia di intercettazioni, strano l'accanimento promosso dalle solite procure, strano che tutto sia organizzato sotto elezioni o nei momenti più delicati della nostra vita istituzionale.
Non c'è prova, è vero, ma solo indizia, ma tutti sanno però che essi costituiscono una prova quando sono tutti concomitanti e convergenti ad un unico fine ancor più se legati da un sottile filo comune.
La sinistra deve prendere atto di questa possibile macchinazione e dimostrare a tutti che i principi e la onestà intellettuale deve venire prima della propria utilità elettorale .
Ci sono dei momenti in cui bisogna fare le cose semplicemente perché sono giuste e non perché ci convengono. E' così che si conquista la fiducia e la stima dei cittadini.

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