di Isabella Rossi

PERUGIA - Diciamocelo chiaramente: c’è poco da scherzare. Sono “anni bui di celoduristi e menefreghisti, di arrivisti e truffatori, di razzisti e picchiatori, di cocainomani (…) di arroganti e volgarotti”, come sottolinea Roberto Castello nel suo monologo introduttivo “Nel disastro. Parte VIII de il migliore dei mondi possibili”, portato al Brecht di Perugia il 23 febbraio scorso. La buona notizia è che esiste un’uscita di emergenza. E l’exit si trova sempre più spesso in scena, con la danza. Testimoni ne sono gli spettatori del divertente spettacolo ideato e diretto da Castello - che nel 1984è stato cofondatore di Sosta Palmizi per poi fondare Aldes, l’associazione con la quale tuttoraproduce i suoi lavori -colti a ridere della natura grottesca del celodurismo e ad applaudire la danza ed il teatro.Due dimensioni spesso vicine sulla scia del Tanz Theater di Pina Bausch, certo. Ma mai sovrapponibili, se di danza si parla.

E comunque, niente di complicato. Nessun approccio cervellotico. Nessuna istruzione per l’uso. Nemmeno conoscenze specifiche sono indispensabili. Del resto se c’è un principio che la danza contemporanea sembra voler riaffermare è l’immediatezza del suo linguaggio. Questo è l’unico bagaglio da portarsi dietro prima di partire. L’altro ingrediente è la curiosità. Quella sì è necessaria. Per il resto può capitare di tutto. Capita il flop, anche nelle migliori famiglie. Ma si può anche essere letteralmente travolti da una serata. Come è successo con l’Ater Balletto che il 6 febbraio ha portato al Teatro degli illuminati di Città di Castello “Le sacre” e “Rossini cards”.Il commento estatico è arrivato da un nugolo di spettatriciche all’uscita da teatro non sono state avare di apprezzamenti: “E a Castello una cosa così quando ti ricapita!”. Oppure con la danza si può far strada il cabaret.Ne esce fuori un cocktail serale di arti performative proposte come strategia di “uscita dal disastro”. E non importa se vibranti danze soliste femminili lasciano impassibili una schiera di critici concentrati sulle parole ed insensibili all’arte. Ilridicolo è comunqueuno fra i temi proposti da un carosello di smorfie, mentre con il supereroe sommerso dai falli si passa alla caricatura.Ce n’è per tutti i gusti, insomma. Provare per credere.

Condividi