Restauri a Pompei: appalti ribassati sino al 50%
"Se i nostri conti non sono sbagliati e se i nostri occhi non ci hanno tradito, le gare per l'assegnazione dei primi due lotti dei restauri rischiano di far partire con il piede sbagliato quel Cantiere Grande Pompei che nei giorni scorsi è stato inaugurato alla presenza di un imponente schieramento di autorità italiane ed europee". È quanto afferma la segreteria nazionale e campana della Fillea, la categoria degli edili Cgil che organizza anche gli operatori del restauro e archeologia.
Infatti, "i primi due lotti sono stati affidati con ribassi che arrivano fino al 50%", prosegue la Fillea, secondo la quale le due gare - per il restauro della Casa del criptoportico e della Casa dei dioscuri - sono state aggiudicate "la prima a 305mila euro, a fronte di una base d'asta per i lavori di 456mila euro, e la seconda a 685mila euro, a fronte di una base d'asta per i lavori di 1.430mila euro. Stiamo parlando di ribassi del 33% e del 52%".
Alla luce di questo, per il sindacato "appare ancor più stridente il contrasto di immagini dell'inaugurazione del cantiere del 6 febbraio, con fuori i cancelli i lavoratori a chiedere alle istituzioni di tradurre le grandi promesse di legalità in opportunità di lavoro vere e in un restauro di qualità di questo straordinario sito archeologico, e dall’altra il film di un taglio di nastro di un’opera pubblica affidata con un appaltato al 50% di ribasso", una modalità che per il sindacato "cozza con i principi di qualità e trasparenza che dovrebbero invece caratterizzare gli appalti pubblici".
Per scendere così tanto rispetto ad una base d’asta, che in genere corrisponde ad una stima realistica del costo dell’opera, dove si andrà a risparmiare? "La risposta - prosegue la nota - è facile, sul lavoro. Per questo il sindacato chiede alle istituzioni impegni precisi per affermare un percorso di qualità degli appalti e dei lavori, soprattutto in un cantiere come quello di Pompei, dove "siamo alle prese con una situazione a rischio, dove possono presentarsi contemporaneamente due pericolose distorsioni: da una parte, la condizione generale di precariato degli operatori - dei 20mila in Italia il 52% è precario - abituati quindi loro malgrado a dover accettare le più diverse forme contrattuali; dall’altra, la condizione di un sito dove è in atto il tentativo di penetrazione da parte della criminalità organizzata, come confermano gli ultimi arresti per infiltrazioni camorristiche nella vigilanza del sito".
Per questo, conclude la nota, "occorre un impegno straordinario per garantire, con il coinvolgimento delle istituzioni e delle parti sociali, che in questo cantiere pubblico siano affermati e praticati immediatamente i principi di legalità e trasparenza degli appalti, la qualità delle imprese, la regolarità del lavoro, il rispetto dei diritti, dei contratti, delle condizioni di lavoro, della sicurezza".
Fonte: rassegna.it

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