di Armando Allegretti

 

PERUGIA - L’Università italiana è in affanno. A dimostrarlo sono i dati. Tutti con il segno meno. A denunciare la situazione è il Cun, il Consiglio universitario nazionale, che in un documento ricorda come dal 2009 il Fondo di finanziamento ordinario è sceso del 5% ogni anno.

Nel corso degli anni, inesorabilmente, gli iscritti sono calati sempre di più e in modo progressivo fino ad arrivare dai 338.482 dell’anno 2003-2004 ai 280mila dell’anno 2011-2012.

In 10 anni – quantifica il Cun – è sparito un ateneo grande come la Statale di Milano. Le iscrizioni sono calate del 4% in tre anni dal 51% nel 2007-2008 al 47% nel 2010-2011, a dimostrazione del fatto che ai neo diplomati la laurea interessa sempre meno.

 

Altra nota dolente riguarda il numero dei laureati: solo il 19% degli studenti raggiunge l’ambito traguardo piazzando così l’Italia al 34simo posto su 66 Paesi europei analizzati dall’Ocse. E il numero dei laureati in Italia è destinato a calare ancora visto che negli ultimi anni il fondo nazionale per finanziare le borse di studio è stato ridotto sensibilmente. Adesso le borse di studio coprono il 75% degli studenti a fronte dell’89% del 2009.

 

Infine ma non per ultimo, il Cun denuncia anche la scarsezza dell’offerta formativa tra le principali cause dell’abbandono delle università italiane. In sei anni – si legge – sono stati eliminati 1195 corsi di laurea. Quest'anno sono scomparsi 84 corsi triennali e 28 corsi specialistici/magistrali. La drastica diminuzione dell’offerta formativa, oltre a dipendere da azioni di razionalizzazione e di tagli nel corso del tempo è stata causata anche dalla riduzione del personale docente. - In soli sei anni (2006-2012) il numero dei docenti si è ridotto del 22%.

 

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