TODI - Sabato, 26 gennaio 2013, alle ore 17:30 a TODI, presso la Sala del Consiglio dei Palazzi comunali, si terrà un incontro con CORRADO AUGIAS per la presentazione del suo ultimo libro  I SEGRETI D’ITALIA (Rizzoli). Interverrà la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini. Il giornalista di Rainews, Roberto Vicaretti, intervisterà l’autore.

Corrado Augias inizia a narrarci i  Segreti d’Italia  col racconto di quando, bambino, vedeva i soldati americani che occupavano Villa Celimontana a Roma lanciare sigarette agli Italiani che non erano stati capaci di difendere il proprio paese. Un ricordo d’infanzia, riemerso in età adulta, che la dice lunga sulla nostra storia e induce l’autore a riflettere sulla nostra vera essenza. La questione di fondo diventa allora un interrogativo sulla contraddizione intrinseca degli Italiani, quella che colgono tanto le persone che ci osservano da fuori, quanto chi guarda dall’interno; la stessa contraddizione che ci vede rappresentati da due autori contemporanei ma antitetici come De Amicis e D’annunzio. La stessa ambivalenza è riscontrabile nel contrasto fra i capolavori e gli artisti di fama mondiale, fra i fasti di Roma descritti da Leopardi e gli abusi edilizi di Napoli, fra la lotta partigiana che prese avvio dopo l’8 settembre 1943 e l’infausto declino della Serenissima.

Si potrebbe continuare all’infinito, e gli spunti che Augias ci fornisce nel suo excursus metastorico e metageografico sono davvero tanti, ma l’aspetto più importante su cui soffermarsi è la riflessione - sottesa a tutto il libro, ma portata in nuce solo alla fine - sul valore della memoria: da storico qual è Augias non può fare a mano di prendere il passato a riferimento del presente e soprattutto del futuro. Solo così la domanda circa le dinamiche attuali del nostro Paese acquista un senso, solo facendo nostra la lezione di Benedetto Croce, imparando cioè a scavare nel passato - poiché è lì, in tutta la sua storia che si annida il carattere di un popolo -, che forse riusciremo a trovare una risposta al perché siamo come siamo: intelligenti, brillanti e geniali e insieme così poco inclini alla libertà, trasandati e disattenti.

Mescolare fatti realmente accaduti e storia della letteratura diventa così il modo migliore per scrivere il racconto di una nazione, lo strumento più adatto a scoprire la vera natura degli Italiani e il tentativo più che mai riuscito di fornire una spiegazione alle due antropologie, contrastanti ma intrinsecamente legate, che ci rappresentano.

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