Torgiano/ Forte interesse per la mostra su Pietro Melandri
TORGIANO - Ha suscitato e sta suscitando molto interesse tra i visitatori, la stampa nazionale e gli specialisti, la mostra “Pietro Melandri, il maestro del lustro riscoperto in Umbria” che si sta tenendo a Torgiano presso Palazzo Malizia. L’esposizione dedicata all’artista faentino, uno dei maggiori esponenti della ceramica del XX secolo, fra i più amati dai collezionisti e dai cultori delle arti decorative, è organizzata dal Comune di Torgiano e curata da Antonella Pesola.
Fino al 6 gennaio 2013 sarà possibile visitare la mostra che si era inaugurata il 10 novembre scorso, nell’ambito di “Versando Torgiano”. L’ingresso è gratuito.
Gli orari di visita sono i seguenti: dal lunedì al venerdì 9-13 / 15-18,30 * sabato e domenica pomeriggio, su appuntamento, telefonando all’Ufficio Informazioni Turistiche 075 9886037 - info@stradadeivinidelcantico.it
L’esposizione che è suddivisa in tre tematiche, mitologia, natura e fede, presenta 40 opere della prima metà del '900 di collezioni private, alcune inedite e molte appartenenti alla storica collezione di Giovanni Bolognesi (1886-1970), avvocato faentino che esercitava la professione a Milano.
Le maioliche in mostra (dagli anni ’20 agli anni ’60), fanno parte della fase in cui, raggiunta la piena maturità tecnica, Melandri riuscì ad esprimere nel modo più efficace la sua vena artistica. La ricerca di nuove espressioni, l’uso magistrale dei colori e dei volumi, tanto da potersi definire sculture in maiolica, lo sviluppo di temi suggeriti da una profonda fede e da un attento amore per la natura, fanno delle opere di Melandri un caleidoscopio di sensazioni ed emozioni che colpiscono non solo l’intenditore, ma anche l’appassionato che le “sente” anche con il cuore.
Melandri ha dimostrato di sapersi rinnovare sempre, anche a tarda età. Ha avuto fantasia, curiosità, stimoli e voglia di scoprire cose nuove, di “imparare” sempre. La sua opera non è riducibile a tipologie e stili perché sarebbero infiniti: dal liberty, al déco, al neoprimitivismo. L’artista ha lasciato un’importante testimonianza a Perugia: la decorazione dei pannelli ad altorilievo della Cappella funeraria di Luisa Spagnoli in zona Santa Lucia, costruita nel 1937. Nella mostra si possono vedere le riproduzioni, che ricostruiscono l’impianto decorativo delle maioliche raffiguranti, oltre ad angeli e simboli sacri, le varie fasi della lavorazione tessile, con i conigli, la filatura e la tessitura della lana d’Angora.
PIETRO MELANDRI, nato a Faenza nel 1885 e morto nel 1976, è da annoverare fra i più grandi ceramisti del ‘900. Fra il 1897 ed il 1905 è apprendista presso la fabbrica dei Fratelli Minardi, frequenta le lezioni serali di Antonio Berti alla Scuola di Arti e mestieri. E’ poi tra i componenti del prestigioso cenacolo baccariniano che, agli inizi del secolo scorso in clima Liberty, produce opere che si pongono a fianco dei più importanti risultati della scultura italiana ed europea. Si trasferisce a Milano dove lavora come decoratore e frequenta i corsi serali di scenografia all’Accademia di Brera. Pur mantenendo vivo l’amore per la ceramica, lavora anche a come pittore dove è influenzato da Fontanesi e Previati.
Dopo un periodo di prigionia in Ungheria durante la Prima guerra mondiale, ha modo di conoscere la Secessione viennese; tornato a Faenza collabora prima con Paolo Zoli, fino al 1921, poi con Francesco Nonni, di cui maiolica alcune opere plastiche. Si lega poi con Focaccia industriale e mecenate di Ravenna, fondando e dirigendo la Focaccia & Melandri. E’ in questo periodo che matura la tecnica delle riflessature a lustri, seguita dalle più moderne patinature degli acidi, che gli consente di realizzare straordinari pezzi. Partecipa con successo alle Triennali di Milano (dal 1933 in poi) e all’Esposizione Universale di Parigi con il grande pannello rappresentante Perseo.
Nel 1931 è impegnato nel restauro della Rocca delle Caminate a Forlì su incarico di Benito Mussolini. E’ di quegli anni la conoscenza e l’inizio della collaborazione con l’architetto Gio Ponti, il primo che lo giudica un vero artista perché “la sua evoluzione non è stata tanto tematica, quanto estetica, con opere sempre più godibili.”
Il definitivo riconoscimento di Melandri come artista arriva nel 1937 quando vince il Gran Premio Ufficiale per la Scultura alla mostra di Arti Decorative di Parigi con il grande pannello raffigurante Perseo e Medusa. Ottiene un vasto riconoscimento e consenso anche in patria e in particolare vince le prime due edizioni del Concorso nazionale della ceramica d’arte, organizzato nella sua Faenza da Gaetano Ballardini.
Agli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, risale la decorazione del cinema Apollo a Bologna. Melandri riprende la sua attività intensificando la collaborazione con gli architetti Gio Ponti e Melchiorre Bega e producendo lavori monumentali per edifici e esercizi pubblici, ville, alberghi, banche, negozi, esegue anche immagini sacre per istituti religiosi. Nel 1954 partecipa alla X Triennale di Milano con una personale e nel 1959, realizza con l’architetto Mazzanti il famoso pannello per il bar dell’albergo Roma a Bologna composto di 250 pezzi.
A TORGIANO, OLTRE MELANDRI, SI PUO’ VISITARE, FINO AL 31 GENNAIO 2013, LA MOSTRA “AMPOLLIERE DI GIOVANI ARTISTI PER L’OLIO NUOVO” CHE SI STA TENENDO PRESSO IL MOO - MUSEO DELL’OLIVO E DELL’OLIO DELLA FONDAZIONE LUNGAROTTI,

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